14^ el giro del tartaro Vigasio (VR)
Oggi gita fuori programma, per meglio dire non preventivata, giunta improvvisamente e come tale meritevole di essere vissuta, non fatevi fuorviare dalla denominazione della corsa, il Tartaro altri non è che il fiume che attraversa il paese che quest’ oggi ci ospita.
L’ occasione ci viene concessa dal presidente dei Marliesi (Taddeucci) per propagandare la imminente marcia delle ville, il luogo di arrivo è Vigasio, frazione di Verona, la partenza è fissata per le 4 del mattino dalla piazza del mercato di Marlia, quindi avendo chiuso il turno di lavoro alle 21 rimane giusto il tempo di una frugale cena e i preparativi del necessario per il viaggio.
Arriviamo in loco poco prima delle 8, parcheggiamo poco distante e ci rechiamo al luogo di ritrovo, c’è già molto movimento lungo le strade che colà ci conducono, una vera fiumana multicolore di podisti che rispetta un orario preciso destinato al ritrovo e non deroga a questo.
Lo speaker anzi ci ricorda che coloro che si saranno avvantaggiati sull’ orario di partenza non troveranno i ristori aperti se non dopo un lasso di tempo quantificato dagli stessi per raggiungere i medesimi.
La giornata ahimè è un dì tipicamente padano, nebbia, che non ci consente di vedere ad un palmo di naso e che neanche la macchina fotografica riesce a rendere visivamente accettabile. Tre sono i percorsi che vengono offerti, 7/10/15 Km, noi ovvero io la Caterina, Ruggero e Filippo decidiamo per il percorso lungo, gli altri componenti la comitiva Irma, Sandra, Maria Teresa
Federico e Walter si dirigeranno per la 7 Km.
Attendiamo fin oltre le 8:30 nella speranza che il sole dissipi quel velo che rende tutto di un colore fosco e deprimente (sarà per questo che la gente del Nord Est si getta a capofitto nel lavoro), speranza vana.
Non rimane che partire e confidare nella buona stella ma a quanto pare oggi siamo destinati a brancolare in questo biancore che tutto appiattisce e niente ci fa vedere, fortunatamente di colore e di calore ne abbiamo molto tutto intorno ed è quello del variopinto mondo del popolo podista che sentendoci parlare si informano da dove veniamo, anche questa è l’ Italia, siamo una nazione, ma già dagli accenti ci distinguiamo e ci sentiamo diversi, questo comunque non ci impedisce di socializzare, forse perché sappiamo già che difficilmente ci rincontreremo.
Dopo pochi Km la prima differenza coi nostri trofei, ci viene data una contromarca dietro presentazione del cartellino di partecipazione che ci consentirà di ritirare il premio di partecipazione, direte niente di eclatante, ma questo oltre a certificare la presenza dell’ individuo gli consente di ritirare un unico premio finale, ovviamente ci può essere anche lo scorretto che transiterà di lì più di una volta, ma evidentemente ciò non avviene.
Proseguiamo con i Km e la nebbia che proprio non ci vuole abbandonare. Altro punto di colore i vari ristori, tre lungo il percorso,spartani,sullo stile delle origini dei nostri trofei forniti dello stretto indispensabile, e qui un'altra caratteristica che li distingue da noi, non un bicchiere fuori posto, non un tovagliolo gettato sul tracciato, qui non c’ è fretta, nessun patema di recuperare i 30 secondi persi per rifocillarsi.
Terminiamo il nostro percorso senza avere visto niente di eclatante, la bruma non ci ha concesso di vedere al di là del nostro naso e si che io ne ho, per contro i 15 Km dichiarati ci sono tutti, anzi qual cosina di più, ristoro finale con tanto di minestrone fumante, ma niente a che vedere con quello preparato alle nostre passeggiate dagli amici Alpini, altra chicca il cartellino finale che attesterà la posizione di passaggio all’ arrivo del percorso scelto, niente di che ma una piccola gentilezza che fa piacere, così come diverso dal consueto il premio finale consistente in un pacchetto di arachidi, di polenta e di riso, tutto per i canonici 2,50 €.
Terminata la corsa e ritemprati ci concediamo un mini tour turistico in alcuni borghi vicini, il primo dei quali è Borghetto, frazione di Valeggio sul Mincio (VR), poi sarà la volta di Castellaro Lagusello (MN), peccato che proprio la foschia non voglia abbandonarci così decidiamo sia giunto il momento di fare ritorno alle rispettive magioni. Lungo il tragitto del ritorno trascorriamo il tempo sfottendoci reciprocamente ( non io che sono perlopiù uso ascoltare) o rivangando ricordi di quando appena ci conoscevamo, così facendo e stato creato lo slogan goliardico “ se abbisogni di consolazione ai Marliesi devi fare l’ affiliazione”, sentita, risa ed approvata dal presidente in persona.
(Castellaro)
(Valeggio)