Home  -   Chi Siamo  -   Cronache  -   Calendario Corse  -   Porcari Corre  -   News & Eventi  -   Il Medico Risponde  -   Tabelle Allenamento  -   Spazio Video  -   Contattaci
Home   -  Cronache   -  Cronaca

A CAMIGLIANO A PARLARE DI DUNA FENIGLIA

24/11/2008

a cura di Andrea Bartalesi

CAMIGLIANO

Stamani, lunedì, ancora in letto, ascoltavo l'acqua che veniva giù e il rumore brontolone del tuono che era indice di "neve ai monti ed acqua al piano". Le macchine della vicina strada schizzavano gli sventurati, usciti con questo tempo, gelido, da tregenda.
Pensavo, se per uno strano conteggio dei calendari, oggi fosse stato ieri. Per una volta tanto, la fortuna ci ha sfiorato.
A Camigliano, ieri mattina, visto che i Trofei si erano ritirati ognuno nelle loro lande, si respirava aria di festicciola in famiglia, visi consueti, come consueti i tracciati, gli ulivi, le colline, la salita.
Prima della partenza Massoni, il nostro inguaribile nostalgico, mi raccontava una fiaba dei nostri tempi, ma che sapeva tanto di storie antiche. Diceva appunto di essere stato scelto da un cane come suo padrone. Un cane sordo, per giunta (non avevo mai pensato che i cani potessero essere sordi), uno di quei cagnetti che vedi girare in paese venuti chissà da dove, forse che hanno abbandonato una casa diventata stretta per loro, per la loro voglia di vagabondare oppure avara di cibo o sentimenti. Stanno per lo più davanti al bar, guardano chi parla, girando in cerca di un qualche pezzetto di brioche troppo dura o insipida. per i denti umani. Uno di questi giorni Massoni se lo trovò davanti casa, forse lo aveva seguito, chissà. Scodinzolava e lo guardava, sordo. Il nostro amico gli dette da mangiare: atto fatale perché il cagnetto in quel gesto ha avuto la certificazione della sua residenza. Massoni, quando me lo raccontava, rideva.


La corsa ci chiamava con i dolci colli di Gragnano, di San Gennaro e, prima di arrampicarsi a Petrognano, con Claudio decidevamo una variante scendendo a Ponte all'Abate e di qui a Collodi. Sfiorato questo paese incantato dove si vivono ogni giorno i fantasmi evocati da Carlo Lorenzini detto Collodi (che con Collodi aveva in comune solo l'origine della sua mamma, lui, fiorentino ed avventuriere nella spedizione dei Mille e nella guerra di indipendenza). Si risaliva poi parlando del più e del meno, e cercando nel freddo sole quel poco di calore che mi avrebbe riscaldato le gambe e portato via i fastidiosi dolori tibiali tipici dell'inverno.
Petrognano ci dava una visione d'insieme della pianura, delle nebbie porcaresi, degli olivi e dell'utilità delle Pizzorne che ci proteggevano dai venti del nord. Solo un attimo, perché Claudio si proiettava in discesa e allora il calore atteso arrivava da dentro di me, dalla grinta e dai ricordi, dalle riprese che ci portavano a S.Andrea in Caprile, alla villa Brughier, all'arrivo.
Purtroppo la "cronaca di una bottiglia annunciata" era un libro conosciuto "a mente".
Un attimo con Cinzia e Massi a parlare di una corsa bellissima che ci sarà, per coloro che possono, domenica prossima. La Feniglia è lo sbarramento naturale che contribuisce a formare a sud la Laguna di Orbetello.

 Questa striscia di sabbia e di pini è diventata parco naturale nei suoi 6 km che da Ansedonia portano a Cala Galera, Porto Ercole. Un viale, un tunnel fra i pini, con un fondo naturale, dove solo i pedoni e i ciclisti possono entrare e ad ore prefissate, sotto lo sguardo rigido delle guardie della Forestale e quello curioso dei tanti cervi che vi vivono. A un centinaio di metri una lunga e arcuata spiaggia dove bianchi tronchi d'albero, secchi, portati dal mare, sembrano statue di qualche famoso scultore moderno.

Andrea Bartalesi