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A CASCINA PENSANDO A YARA di Claudio

28/02/2011

a cura di Claudio Landucci

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Un fiore per Yara


Oggi concedetemi questa digressione dalla mera cronaca di una corsa spensierata. Oggi il tempo e triste e cupo, cupo come possono essere i pensieri di due genitori che hanno appena ricevuto la più ferale delle notizie, la morte di una fanciulla (l' ennesima) prematuramente estirpata da una vita di cui aveva appena intrapreso il cammino. A lei voglio regalare un umilissimo pensiero perchè nel nostro piccolo un pò siamo morti anche noi, noi intesi come società sempre più malata e incamminata verso un inevitabile declino, oramai la vita umana ha ben poco valore, giudicando dagli anni che vengono dati a coloro che si macchiano di un omicidio.

Chiusa la parentesi dedicata ad un piccolo fiore sbocciato e già perito posso tentare due parole di questa bellissima e durissima corsa oramai giunta alla sua 35^ edizione.

 

 

 

 ecco un avamposto Marliese a Cascina

 

 

 Claudio e Caterina partono e già trovano chi torna

 

 molti a sfidare il freddo lungo gli argini dell'Arno

 

 vecchi palazzi, sedi religiose

 

 e vecchi immagini popolari, le due facce della religione

 

 

(e le cose preziose, sotto chiave, alcune facce della società)
Stamani arriviamo poco dopo le otto, ma tra fare i cartellini scambiare quattro chiacciere, aspettare Alessio e Filippo il primo, capogruppo dei Marliesi il secondo, aiutante in campo, partiamo che sono quasi le nove, l' attesa è alquanto snervante, più per il vento gelido che ci sferza le ossa ed il cielo che minaccia acqua. La decisione sul percorso da farsi la decideremo in seguito, strada facendo, una decisione l' abbiamo invece presa all' istante il portatore dei cartellini anche per questa volta sarà Filippo, munito di folder che li tiene al riparo dalle intemperie.
Vista la partenza intelligente, forse fin troppo sono già molti coloro che sono di ritorno e conseguentemente pochi quelli che riusciremo ad incontrare, al primo bivio tra la 10 ela 18 optiamo per la seconda ipotesi, nel frattempo incomincia a piovere e la sensazione di freddo risulta più accentuata, trascorrono i Km ed arriviamo alla fatidica decisione se proseguire per la 23 Km o desistere, un rapido conciliabolo e decidiamo per procedere per la distanza più lunga e forse estrema, la pioggia continua ancora ad infierire su di noi, il tratto ultimo è sferzato da un vento veramente gelido, a tratti anche sostenuto e contribuisce ad un rallentamento dell' andatura ancora più del fatto che si sia in salita.

 

 

 (a Claudio non scappa niente)

 

 

(una bella veduta di Vicopisano nella nebbia)
La soddisfazione, oltre la bellezza del panorama che attraversiamo sono i ristori, vere oasi ricolme di tutto in cui tirare il fiato rifocillarsi e per la Caterina gustarsi la delizia di torte senza glutine appositamente fatte dalla signora Fabrizia, io dal canto mio mi limito al bicchiere di tè fumante ed insolitamente bollente tanto da doverlo raffreddare con un poco di acqua, ma meglio doverlo intiepidire scaldarlo non si può.
Eravamo convinti che il grosso della salita lo avessimo lasciato alle spalle e invece la strada sale, su terreno scivoloso e accidentato qui alterniamo passo lesto e passo lento fino allo scollinamento poi ci troviamo immersi nella strada dell' amore un altro ristoro e la via riprende lievemente a salire arriviamo al timbro e da qui in poi sarà discesa fino all' ultimo ristoro oramai in via di smantellamento ma che ancora offre opportunità di sollazzo, qui anche io non riesco a desistere dal mangiare le frittelle di San Giuseppe ( questo è il nome che mi porto appreeso sin dall' infanzia),oramai siamo agli ultimi Km in parte già fatti all' andata e che ripercorremo sino ad arrivare agli impianti sportivi da qui siamo dianzi partiti, un giro di pista per allungare un ideina il kilometraggio un pò ridotto rispetto al dichiarato, per inciso anche stavolta niente arco all' arrivo, ma la giornata veramente torva e l' orario in cui siamo giunti lo rendono accettabile.

 (gialli fiori si domandano se hanno sbagliato qualche cosa)

 

 (antri sperduti che arrivano fino all'inferno)

 

 (bacche luminose bagnate di pioggia)

 

 (terrazzi di ulvi, prezioso ricordo di lavori antichi)

 (sulla pista di Cascina i riscontri chilometrici)


Percorso bello, ristori anche troppo abbondanti, ultimo escluso ma più che sufficente. Per quello finale vale la foto, ma il riso fumante e caldo veniva ancora servito, un grazie agli organizzatori ed ai volontari tutti che anche quest' anno ci hanno offerto questa bella corsa, arrivederci alla prossima edizione DIO volendo.
Claudio Landucci

Un grande Claudio ci racconta la sua domenica, facendoci partecipi delle bellezze a volte trascurate di un territorio dove traduta l'operosità delle sue genti, le tradizioni, la storia,

Moltissime foto nella gallery