A CASCINE DI BUTI LIBERI FRA SCHIZZI E SALTI di Fausto Martinelli
26/01/2009
a cura di Fausto Martinelli
UNA BELLA CORSA A CASCINE DI BUTI
Siamo arrivati a Cascine di Buti alle prime luci dell'alba e già molti erano i podisti presenti.
Evidentemente non viene tenuta in considerazione la riflessione
di Andrea che, citando il Manzoni, ha fatto notare che il problema
del parcheggio non si risolve se anche gli altri arrivano in anticipo.
(oltre al fatto che se tutti continuiamo ad arrivare ogni anno prima, tutti, non risolviamo niente, ma ci troveremo fra due anni a correre il sabato sera e allora potremmo mettere dei posti di blocco, delle travi di traverso, assoldare quei soldati-bambini-di30anni con kalasnikov e impedire a tutti (gli altri) di arrivare prima di noi!!!)
(il nostro presidente con il fido Nebbia sul Termine)
Ormai sono abituato a questa levataccia che, con il passare
degli anni si sente sempre meno, e anche questa mattina la sveglia
mi ha ricordato che era l'ora di alzarmi e partire.
(anche Beppe con Mario si incamminano)
Tenete presente che sono molto ordinato. La sera preparo con cura la borsa
contenente il necessario per correre e metto anche un telo di spugna e una maglietta di ricambio.
Un'operazione che faccio in pochissimo tempo.
Questa mattina, per problemi alla batteria, non porto la digitale.
(luci nel fango, bagliori di impermeabili,)
Approfitto per correre in libertà e fare quello che più mi piace.
Parto di buon ora insieme a Angela, Francesca, Luigi, Angelo e Giovanni.
Il percorso ormai classico, dopo un paio di chilometri in pianura, si arrampica
sulle pendici del Monte Serra, attraversando i boschi sopra Buti. La strada, a causa
delle piogge dei giorni scorsi, è piena di pozzanghere e l'acqua vi scorre nel mezzo
come fosse un piccolo ruscello..
(ruscello che scintillando borbottava cose sue)
Mi è tornata alla mente una vecchia canzone del grande Modugno che chiedeva
" Ma dove andate? Ma cosa fate? Tutti incolonnati in queste maledette macchinette.
Oggi c'è il sole. Da quanto tempo non vi arrampicate sugli alberi, andate tutti in campagna,
a cogliere margherite, libertà, libertà"
(e il Monti Riccardo se la ride al controllo)
Ho provato le stesse sensazioni quando da ragazzi ci schizzavamo con il fango e
tornando a casa "conciati per le feste" venivamo rimproverati dalla mamma perché i calzoni
erano quelli indossati puliti la mattina. Ci siamo sentiti anche noi liberi e gli schizzi ed i salti nelle
pozzanghere è stato il divertimento di questa domenica.
(ecco la serenità di due persone ed un cane)
Unica preoccupazione quando al ritorno dovevo salire sul pulmino del nostro presidente:
come avrei fatto conciato com'ero? Fortunatamente una mano previdente, a mia insaputa,
aveva messo nella borsa un paio di calzini e un paio di scarpe pulite..
Altrimenti sarei dovuto tornare a casa a piedi.
A domenica
Fausto Martinelli
Vorrei aggiungere qualche foto del percorso della 30 km per avere una piccola testimonianza dell'impegno fisico necessario e della speccolarità di ritorno sui tracciati degli orgnaizzatori
tocchiamo con mano i ripetitori, ovvero le famose antenne del Monte Serra
arrivando fino alla neve sugli alti prati
sotto un pino con la delicata luce di un timido sole
ma il segreto lo abbiamo scoperto: ai ristori a tutti VOV a volontà!!!
(foto di Mario Pardella e Marco Cecchella)