(foto di Ugo)
A COLOGNORA SENZA IL SOLE
Giunti a San Ginese, correndo, presa la deviazione della 18, costeggiata la Chiesa imponente, scendendo verso San Leonardo, ci è apparso il sole.
Era un sole deciso, che si era creato un varco fra le nubi del cielo e che diradava le brume del cimitero ancora tutto fiorito per la vicina ricorrenza dei Morti. Mi è sembrata una cosa strana: Colognora per me è legata all'acqua, al pantano, ai sentieri scivolosi. Forse anche il nome stesso porta a pensare all'acqua.
L'ultima desinenza è tipica lucchese, quasi sdrucciola, Colognora come "cunigliora" (coniglia) ed anche Castagnora. Sembra che il nome subisca uno sbaffo, un continuare che non è svolazzo, ma semmai una macchia d'acqua che scolorisce e allunga le parole, un involontario acquerello, come un eco del rotolare dell'acqua in uno stretto ruscello.
Ma i miei pensieri sono finiti presto: nei boschetti dove entravamo ed uscivamo come fuggiaschi già il sole aveva preso i connotati autunnali, diventava opaco, stanco, anemico per accompagnarci ancora sulla collina di San Ginese, quasi farci coraggio nelle ripide erte, ma sempre più consapevole della propria inedia e debolezza. Dopo il rettilineo finale, l'arrivo, nel toglierci i panni bagnati, schizzati, le scarpe piene di terra e di mota, ci lasciavamo prendere dai discorsi, ma lui, l'anemico sole, se n'era andato e in breve l'acqua ha ricominciato a tambureggiare le nostre teste.
Quella di Colognora è una corsa tosta, anche per le condizioni atmosferiche, lo stato dei sentieri, ma ha un fascino che me la fa definire una classica d'autunno. E gli organizzatori, gente giovane che sa di corse vissute, vanno oltre gli ostacoli con la fantasia, il cuore, l'impegno ed anche l'ingegno. Hanno dovuto rinunciare parzialmente ai campi per il parcheggio lasciandoli ai fuoristrada ed ai temerari, ma avevano pronto il trattorino per cavare d'impaccio gli spensierati e gli inconsapevoli.
C'è da riconoscere che chi ha tracciato il percorso (uguale allo scorso anno) ama il territorio, lo conosce e posso pensare che ci ha portato in giro negli angoli più nascosti, a volte facendoci tornare indietro per farci passare da un luogo dimenticato, con l'orgoglio di chi, se lo vai a trovare a casa, ti fa vedere le sue cose più care.
Un bel premio all'arrivo, una sciarpa che si trasforma in caldo cappello, oltre al pacco gara: ho intravisto una zuppa che doveva essere squisita, ma sono stato vittima di quel detto "Chi ha tempo non aspetti tempo": l'acqua oltre a consigliare al sole di andarsene, mi ha costretto a tornare velocemente a casa.
PS=Aggiungo come dovere il vero significato di Colognora letto sul sito del Circ Cult Piccola penna:
""Il toponimo Colognora è di origine latina e deriva da coloniola (piccola colonia o villaggio) .
Curiosità: in lucchesia, oltre a Colognora di Compito, esiste anche Colognora di Pescaglia, ed entrambe hanno la chiesa dedicata a S.Michele .""
Questo per dare a Cesare quello che è di Cesare.
(foto di Lore)
(eccomi scherzare prima della partenza)