Home  -   Chi Siamo  -   Cronache  -   Calendario Corse  -   Porcari Corre  -   News & Eventi  -   Il Medico Risponde  -   Tabelle Allenamento  -   Spazio Video  -   Contattaci
Home   -  Cronache   -  Cronaca

A LAPPATO FANNO I NARCISI GIALLI

18/05/2012

a cura di Andrea Bartalesi

 

 

A LAPPATO FANNO I NARCISI GIALLI

Considerazioni per Quattro passi in collina.

 

 

Alcuni giorni or sono, trovandomi da un amico di Lappato, vidi un bel mazzo di narcisi in un vaso: Il giallo sul verde stelo, anche per la preziosa posizione fra quadri d’autore e statuette di porcellana, meravigliò il mio sguardo tanto che mi soffermai un attimo a guardare. La moglie del mio amico, vista la mia attenzione, disse “Belli vero? Qui da noi ci fanno”.

Il mio pensiero andò ai terrazzi, alle vigne, agli ulivi che da Lappato salgono verso San Gennaro, al sole che, quando c’è, si sofferma volentieri, quasi s’incanta per una sorta di piacere che ne trae. I venti di tramontana sono esclusi da questi luoghi essendo a ridosso del monte che sale fino a Villa Basilica e ancora più su.

I fiori, anche i più timidi, nascono fra l’erba e ti appaiono come sorpresi, le violette con il loro profumo, quasi un ricordo del passato, il loro stelo indeciso e tu devi camminare cauto per non pestarle.

I casolari si sono impreziositi nel tempo e sembrano macchie predisposte nel verde da pittori di mestiere, mentre i borghi e i paesi si mantengono intorno alle loro chiese, quasi per testimoniare l’attaccamento alla fede.

Le campane distribuiscono sul territorio le buone come le cattive notizie, come usava una volta, quando i campanili erano fatti alti in modo da raggiungere con i loro rintocchi la maggior parte del territorio della parrocchia.

Insomma in una vallata che ha in se la gioia del vivere e la dolcezza della tradizione e dei ricordi certamente un fiore nasce volentieri. E non solo i fiori.

Quarant’anni fa c’è nata anche l’Associazione dei Donatori di Sangue “Frates” di Lappato e oggi festeggia la ricorrenza: vedendo i molti giovani che con le loro magliette rosse fanno servizio sulla marcia “Quattro passi in collina” si capisce che è ben radicata sul territorio. Sicuramente la tradizione, ma soprattutto il sano tramandare di padre in figlio fa in modo che ci siano i ricambi e che la generosità sia un valore in queste case.

Mentre faccio i complimenti per la ricorrenza e gli auguri perché non abbia limiti di tempo, mi viene da meditare che ogni anniversario fa pensare soprattutto al passato, ai volti che hanno animato l’associazione e che non ci sono più. Insieme alla gioia della festa rimane quell’amaro sapore del rimpianto di amicizie e amori che se ne sono andati in questa giostra infinita che è la vita. E nei racconti, nei ricordi ci saranno la gioia e il rimpianto.

E voi podisti che verrete per i “Quattro passi in collina” per la prima volta vi meraviglierete di tutto quello che vedrete e vi sentirete bene per quella sorta di connubio fra l’uomo e la terra amica. E anche se vi hanno parlato del “Sentiero del gusto” sarà per voi una esclamazione di sorpresa, vi troverete a ripercorrere il sentiero sotto forma di giro di campo sportivo dove ad ogni giro scoprirete qualcosa di nuovo, di non sentito e vi fermerete ancora per parlare con le donne che affabilmente vi racconteranno le storie di quelle torte, della panzanella, del gelato. Qui siamo in territorio vicino a Collodi, dove le favole si raccontano la sera vicino al fuoco. E il fuoco non si accende solo per riscaldarci ma perché fa compagnia e invita all’amicizia, alla confidenza.

Per coloro che corrono, si impegnano, i percorsi sono tracciati da persone che del podismo hanno fatto ragione di vita e vanno a cercare, quasi, fra i loro ricordi di ragazzi vecchi tratturi o sentieri che sembrano dimenticati per una riscoperta di grande valore sul territorio.

Questa valle delimitata ad occidente dal colle del Belvedere è un piccolo paradiso da conservare. Certe sere d’estate fra le case si sente una musica strana, quasi degli scoppi di armonia che sembrano muovere la brezza dal colle e a volte s’indovina più che ascoltare, quasi fosse un riverbero dell’amore di Dio. E’ la Banda di San Gennaro che prova i suoi pezzi musicali nella sede a sbalzo sulla vallata. Sopra di loro, in alto, c’è la chiesa con l’Angelo Annunziante di Leonardo Da Vinci e lo splendido quadro della Madonna di Coro.

Insomma questi sono luoghi che meritano una passeggiata senza fretta e di ritornarci anno dopo anno, di fare amicizia con i suoi abitanti, con le tradizioni, le loro storie, le loro abitudini.

 

 

Andrea Bartalesi