A LE CAPANNE CON IL SATELLITARE foto di Mario
06/04/2009
a cura di Mario Pardella detto "Cornicette"
Il nostro Mario, fidandosi dei mezzi moderni di navigazione automobilistica, si è trovato sì alle Capanne, ma quelle fiorentine, dove il cantelinare non era pisano, dove nessuno correva. Nessuno che agitava le palme, nessuno che l'aspettava. Quasi un tuffo nell'anonimato. Meno male che ancora si può camminare e cercare strade in base ai ricordi, alle conoscenze accumulate, agli indicatori e così Mario è arrivato a Le Capanne, quelle vere, e così ci ha mandato il suo contributo artistico consueto.
un bell'inizio fra il verde dei campi
e già si beve e si mangia al ristoro
e sulla prima salita c'è da tirare il fiato, da fare un discrso che non puo' essere rimandato....
"povero il mio topino" - ragazzi nel mondo c'è bisogno di affetto, tutti ne hanno bisogno, in quanti vorrebbero essere al posto del cane e farsi fare delle moine?
un bel sentiero con palizzata, quasi da scuotersi le scarpe prima di passarci per paura di sporcarlo, quasi ti mette a disagio, ti verrebbe voglia di cercare le "pattine" per non "contaminarlo"
ma un arco trionfale per coloro che, piccoli, hanno bisogno di allungarsi per una gloria che non hanno e non si sono meritata. Ma qui, chi passa di sotto, sa di meritarsi il plauso se non la gloria. Meditate gente
dai viottoli stretti e privati a questo che largo e spazioso com'è mi richiama alla mente un Campo di Marte, un'esplanade, dove purtroppo mancano le sfilate e i generali o gli imperatori, ma quelli veri
dietro due che corrono un porcarese si affaccia timido
mentre Enzo, reduce (e combattente) dalla Maratona di Treviso sfoggia la maglietta ricevuta ad imperituro ricordo. E' quasi d'obbligo sfoggiarla alla prima marcia dopo l'evento.
una piccola chiesa, un romitorio, dove le preghiere sono timide e arrivano per vie non ufficiali, senza appoggi di Santi o di Cardinali di rosso vestiti
ed eccoci a questo che non è un fiore ma un simbolo. I Fiorentini lo sanno bene.
mentre un cartello ci porta ai mattoni medievali, quei bei mattoni d'una volta... che venivano da fornaci artigiane vicino a dove la terra "giglia" (e non gigliata) era abbondante
e Mario per finire, ci porta con un tocco di maestro a quello che è l'argomento del giorno nei salotti podistici. Non la commento perchè credo sia un bell' esempio di giornalismo nostrano, quasi una vignetta forattiniana.
Ciao Mario e ... fidati solo del GPS che hai nel cervello, formato da esperienza e buon senso.