Ieri mattina, fra ora solare e partenza anticipata alle 7.30, grande confusione a Marina di Pisa. Per prima cosa di solare c'era solo l'ora. Il cielo grigio parigi (è un colore non la capitale francese) e vento facevano atmosfera film noir. Si viveva in attesa del grido o meglio dello scroscio d'acqua. Guardavamo il cielo e ci tenevamo il cappello in testa, invidiando la calma delle barche nel porticciolo, sicure, con i loro alberi che beccheggiavano lenti quasi scherzando con il vicino, come bimbi alle elementari nella fatidica foto di classe. Bello questo porticciolo, barche da "diporto" (credo si dica così) aperto ai diportisti e a noi podisti in occasione della marcia di Marina di Pisa.
Il lungo viale a mare, ci cambiava il vento, sembrava tramontana e forse grecale, un vento arrabbiato che ronzava come un gruppo di bofonchi intorno alle tue orecchie. E noi andavamo imperterriti, cercando di trovare un riparo, qualcuno, quando il vento girava e lo sentivi in faccia, apriva le braccia per fare il gabbiano E questi, i grossi gabbiani, creavano traiettorie strane cercando i venti.
Poi, dopo qualche chilometro, avvicinanandoci a Tirrenia, il vento calava e noi eravamo riparati dal mare, dalle dune (famose quelle di Tirrenia, oasi WWF) e allora il cielo, non più distratto dai voli dei gabbiani, cominciava a gocciolare, ma poco, quasi come se avesse lacrime povere da versare.
Il lungo viale ce lo siamo fatto tutto, 9 km di viale del Tirreno verso Livorno, che quasi veniva voglia di andarci, a Livorno, e poi tornare con il "filibusse". Invece invertiamo la marcia e dapprima a bordo pineta e poi dentro, sui sentieri sabbiosi o nodosi, con radici scherzose che attentavano alle nostre caviglie, mentre le verghe arrugginite che univano Pisa a Livorno, percorse da un treno vagabondo, che ora starà sbadigliando in qualche vecchio capannone delle Ferrovie, polveroso e malinconico, ricordando quando sferragliava sugli scambi fra i pini e i pungitopi.
Torniamo a nord, e facciamo gli scongiuri, guardiamo il cielo e ci affidiamo a un dio podista benigno, fino all'arrivo. Gli amici del Marathon Club Pisa sono persone deliziose, gente che sa come organizzare una corsa e i ristori sono sontuosi. Una focaccia gibbosa impreziosita di pasta di salsiccia è da 5 stelle (non il partito NB) ma il voto della Guida Michelin.
Vediamoci le foto di Mario, lui un amico che trovi sempre con piacere, uno di quelli podstici, di quelli che conosci di corsa, ma che quando li vedi ti fanno piacere.
eccolo Mario con alle spalle l'Arno, dove l'acqua non è più dolce senza esser ancora salata (Prevert)
opperbacco...Lisena..coscialunga...
il grande aldo Passetti si storge perfino per trovare la giusta inquadratura...grande Aldo
non ci voglio credere
Mauro fresco reduce dai festeggiamenti del proprio compleanno
l'amico pisano
le verghe del treno
la cartolina di Mario, ciao Mario grazie
Andrea Bartalesi