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A MATRAIA UN GIRO IN BRANCOLERIA 17/08/08

18/08/2008

a cura di Andrea Bartalesi

MATRAIA - 17 AGOSTO 2008

Quello che descrivo è un percorso alternativo per chi "deve" fare un lungo di preparazione, oppure una visita panoramica o solo "durar fatica". I km finali saranno 25,5 e possiamo dire che il percorso è impegnativo, ma bellissimo.

Si parte quindi con il percorso della Marcia di Matraia e passato il paese di Colle saliamo, non senza sudore e fatica, alla "Palazzina". Prendiamo insieme a tutti il sentiero sterrato panoramico che ci porta a Tubbiano. Fatto un bel ristoro di cocomero o solo di un buon tè, scendiamo insieme agli altri per far riprendere tono alle gambe. Appena inizia la strada asfaltata ad un bivio sulla destra (segnala Croce di Brancoli) lasciamo gli altri e il nuovo percorso ci fa salire leggermente e tenendo sempre la destra passiamo sotto alcune villette con le padrone che "chiassano" fra le macchie del sole e il fresco degli alberi. Un bel buongiorno ricambiato con enfasi ci incoraggia verso una strada che spiana e ci porta verso un altro gruppetto di case sperdute con alcuni che si danno da fare intorno ad una di queste in ricostruzione. Il buongiorno è un po' più freddino, quasi di educazione, ma forse chi lavora pensa "guarda questi biscari che vanno a sudare per correre". E' un rischio che corriamo quando usciamo di casa, sempre. Fatti circa 3 km dalla deviazione dal percorso originale, ci troviamo ad un bivio: il naturale prolungamento continua verso la Croce di Brancoli (a un tiro di schioppo e merita la visita per chi non c'è mai stato) mentre noi prendiamo a sinistra in discesa, strada sterrata ma importante.

 


Scendiamo decisamente in ampi tornanti, fra boschi, pini e castagni, flora tipica di questi luoghi. Quando la strada diventa asfaltata si fa più ripida e scendiamo velocemente alle prime case, che si annunciano fra gli alberi, di Piazza di Brancoli. Usciamo dal fresco del bosco e scendiamo ancora fra le terrazze del paese, lasciandolo alle spalle. Al bivio successivo (a destra si scende a Vinchiana) teniamo la sinistra per Deccio. Sono passati ancora 3 km (tutti di discesa). Un breve tratto pianeggiante ci porta a Ombreglio con il suo campanile rosa, la chiesetta da intenditori, una mitica MG con targa England davanti alla chiesa, con tanto di ruota di scorta avvitata sul cofano posteriore, ci distrae e ci da poi il motivo di riflettere e di vedere sopra di noi il campanile merlato di Deccio. Sono tre km di salita, prima dolce (fino alla vecchia cava) poi, attraversato il ponte, si fa impegnativa. Deccio ci fa compagnia dall'alto e ci da il senso del salire, un cartello ci indica di "procedere al passo" ma noi, duri,

 

continuiamo a correre, non entriamo nel borgo, giriamo ripidamente a sinistra per ancora 500 mt di impegno fra parapetti in pali di castagno che fanno tanto montagna. Sopra di noi occhi meravigliati di coloro che avendo percorso il tracciato normale, ci vedono spuntare da sotto e dal verso contrario. Qui forse ci becchiamo il secondo "biscari" della mattinata. Non abbiamo tempo per i convenevoli e ci rendiamo conto di aver fatto ancora 3 km dall'ultima rilevazione. Quindi 3 primo tratto, 3 discesa, 3 salita. Anche nei numeri si capisce che la cosa è matematica. Salutiamo De Cristofano che ci chiede lumi sulla Brancoleria, riandando ai vecchissimi tempi della corsa di Vinchiana.

 

 Ci sembra di essere arrivati ed invece c'è da affrontare il falsopiano quanto mai falso, e dopo il cocomero del ristoro,

 

 

 la "Garfagnina" mitica salitella spezza gambe che ogni anno è sempre più lunga (così ci sembra anche se, ovviamente, non lo è) poi alcune discese da fare con il freno a mano tirato e salitelle per arrivare, ovviamente stanchi, ma contenti all'arrivo. Il chilometraggio ci indica 25,5.
C'è ancora molta gente in giro e amici da salutare. Il cocomero no: quello è finito.

Andrea Bartalesi