MOLIN NUOVO
Per un intrigo di combinazioni, stamani ci troviamo a Molin Nuovo, frazione di Chiesina Uzzanese, per una marcia del gruppo di Ponte Buggianese.
Veramente vediamo tutte insieme le facce degli amici che per noi sono “pistoiesi”, persone amabili che frequentano il nostro Trofeo Lucchese.
E visto il percorso ci sembra molto indovinata la scelta del luogo. Infatti dopo un giro panoramico nei territori fra la partenza e Borgo a Buggiano, mentre i percorsi più corti facevano tornare i podisti verso Molin Nuovo, quello di 12 e 18 km , sfiorato il Borgo, ci facevano salire a Stignano.
Salendo, sulla nostra destra, Buggiano mostrava la sua bellezza.
Si entrava in paese da una porta e questo ci dava, se ce ne fosse bisogno, subito sensazione di paese fortificato. Novantaquattro abitanti...ne incontriamo una che forse è stata estratta a sorte, ci dice “non è ancora nulla” si riferiva alla fatica per la dura salita, che, anche se breve, ci portava davanti la chiesa, anzi la Pieve di S.Andrea.
Un ristoro ci permetteva di guardare il tozzo campanile che è alleggerito da monofore e bifore. Già nell'XI secolo i mastri muratori sapevano lavorare... Importante è quello che sembra non quello che è.
Un lampione in ferro battuto, molto bello, ci fa pensare ad antiche botteghe di fabbro.... zitti...sentite? i battiti del martello sull'incudine....
Ma non c'è tempo, ancora in alto, usciamo del paese salendo fra gli ulivi, fino a trovar l'immagine di un'antica chiesa che ci guarda da sopra un muro.
Siamo a La Costa. Il bivio della 12 che scende l'acciottolato ripido mentre noi con la 18 saliamo altezzosi.
Questa frazione del Comune di Uzzano aveva in origine il nome di Agosta e, insieme ad un nome così bello e medievale, anche un castello e un ospedale per i viandanti. Di questo non è rimasto niente, solo la chiesa, che nel tempo l'hanno fatta girare, (oggi si apre ad est, prima ad ovest), non solo, ora non ha più nemmeno il prete. Ci viene quello di Uzzano. Ma da come è posta sul territorio questa frazione ha un che di nobile e altero.
Arriviamo sulla strada che da Uzzano sale alle Pianacce e a Malocchio. Noi scendiamo a sfiorare il nobile borgo di Uzzano.
Guardarlo dalla curva incute timore, quel palazzo dalle tante finestre, quasi mostro da mille occhi, la chiesa con il campanile in alto. Doveva essere alto, per dominare il territorio che si allargava sotto di se, anche la Chiesina che solo nel 1963 se n'è staccata, non senza battaglie che avevano sapore di sollevazioni popolari e rumor di spade.
Scendiamo e ritorniamo a vedere La Costa che ci offre un ristoro, ne passiamo sotto e scendiamo verso il piano, ritornando verso le terre di partenza.
Sfiorato Torricchio, ci imbattiamo nella Pescia e saliamo sui suoi argini, molto belli, fra uno scorrere d'acqua e improvvisi bagliori del controluce. Montecarlo, come un vicino curioso, ci osserva da lontano.
Andrea Bartalesi