Ricordavo la marcia di San Casciano con piacere e con altrettanto piacere sono tornato a percorrere il lungo argine che ci portava al ponte di Caprona, l'altro lungo argine che ci permetteva di raggiungere la Certosa, ma qualcosa si è incrinato fra le mie sensazioni e questa marcia. E stamani, quando Mario mi ha spedito le foto dicendo che non sa cosa gli stia succedendo, perchè non riesce a fare le foto la domenica, mentre fra settimana è una mitraglia, anch'io ho avvertito un disagio.
Io, che non facevo le foto, ho avuto la stessa sensazione per correre: diciamo subito che questi paesi vicino all'Arno, sono obbligati a percorrere argini e vi posso assicurare che io amo gli argini. Ma se l'argine è fine a se stesso..
Dunque, se non mi sbaglio, questa marcia almeno due anni orsono era di 18 km, arrivavamo a Montemagno, si faceva un giro oltre il piccolo paesino, verso la Verru'a, si ritornava a Montemagno e da qui all'arrivo. Quest'anno il percorso era di 22 km.
Al momento dell'iscrizione l'incaricato mi ha detto "Aumenta tutto, noi abbiamo aumentato i km". Infatti non siamo arrivati a Montemagno, abbiamo girato in un sentierino nel bosco e scesi verso Calci e di qui all'arrivo. A pelle saranno stati 15 km. E allora?
E poi all'arrivo una bella bottiglia di vino!
Intanto se fossi nelle organizzazioni dei diversi Trofei vorrei indicare sul calendario le marce cha danno il vino: accanto alla data VINO.
Ovviamente non sono astemio. A me il VINO piace. IL VINO.
I commenti: lo porto alla moglie, ci fa l'arrosto!
Certo chiamare una cantina sociale che arriva con il suo camioncino, distribuisce le bottiglie, finita la corsa, dice 1250, si moltiplica per il prezzo stabilito, si paga e tanti saluti a tutti è molto comodo.
E allora ripensavo a chi invece si da' da fare per rimediare un pacchetto premi diverso e consistente.... (per esempio a Colognora domenica scorsa) ma tanto tu non vai mica a correre per i premi. Vero. Vado a correre per i tracciati, ma se mi scorci anche quelli....
Ma vediamo le foto di Mario.
Giuliana finalmente sorridente
ed ecco l'argine dell'Arno, un fascino particolare per chi, da ragazzo, faceva le campestri sull'argine del Serchio
il cielo è grigio ma ci pensano le donne presenti ad illuminare le foto
ed a un controllo il nostro Raul mette in tavola tutto il suo fascino di Ulivetese
una bella immagine che potremmo intitolare, una domenica mattina, andando con gli amici, tipo quando Guido Cavalcanti andava in barca con Lapo
ma Mario è serio e si vede, non ha il fuoco interiore, quello che gli fa inventare scatti,
anche se gli antichi archi mostrano civiltà passate
ma finalmente Calliope, la Musa, Elisabetta, chiamatela come vi pare, reduce dalla maratona di Lucca, tutta intera, accenderà lo stoppino nella lampada del nostro amico artista?
la parrocchiale di San Casciano: una bella chiesa, con un brutto campanile
la maestosa Certosa. A proposito sapete quanti frati certosini ospitava una Certosa? Dodici. Quella di Pavia è una Certosa doppia e ne accoglieva 24.
Quando ci penso mi domando, ma come era possibile immaginare uno spazio così per 12 frati rinchiusi in una celletta angusta, prospicente a un piccolissimo spazio di terra, rinchiuso e che non doveva essere a contatto con gli altri?
e la Torre di Caprona, dall'alto della sua roccia, ci guarda passare e chissà forse anche lei si farà delle domande alle quali non sa rispondere.
Grazie Mario e... capita.