Per molti la corsa di Staffoli è stata una sorpresa. Per due anni nel calendario del Trofeo Podistico Lucchese era stata rimandata per neve, ghiaccio. Era in programma verso il 18 dicembre. Allora, visto l'accanimento del tempo, trovato il buco lasciato da Canapino, gli organizzatori ci si sono buttati dentro.
Questo ha fatto in modo che potessimo percorrere sentieri e boschi in un periodo dell'anno spettacolare, le foglie che cadono, ma prima, rosse di fuoco e di sangue, resistono attaccate ai loro rami. Altre, invece, ingiallite si sono lasciate andare, quasi vogliose di quiete e formano tappeti di un colore tenero macchiato dalla luce che filtra fra i rami, alcuni spogli. L'erica silvestre, mostra il rosso violaceo delle sue fiorescenze, come diti indicanti il cielo, velato, autunnale, ma benigno. Nel bosco ciclamini pallidi occhieggino fra l'erba bagnata dalla rugiada. Dentro un recinto tacchini fanno la ruota e mandano i loro richiami.Nelle radure cavalli pascolano dentro le loro palizzate e con la testa cercano nel terreno motivi di interesse, non un nitrito, non una corsa.
Sui falsopiani ill silenzio è assordante, lo senti come un forte rumore: non ne sei più abituato, come quando arrivi in montagna, qualcosa che la nostra civiltà ha perduto, il silenzio si è andato a nascondere in questi luoghi. Un colpo di fucile lontano ti ricorda della caccia, ti ricorda che stai passando da luogh dove la selvaggina è impressionata dal nostro battito dei piedi prima ancora dell'ansimare, del tic tac del nostro cuore.
I ristori sono una festa, dove fermarsi è d'obbligo per non deludere chi li ha preparati, ma con l'ansia di ripartire e mentre ti avvicini al traguardo ti rendi conto che sta finendo, che purtroppo le cose belle finiscono presto. Voglio ringraziare gli amici dell'Avis di Staffoli e in special modo la famiglia di Pier Luigi Acconci, il Buti, perchè hanno fatto onore alla loro terra e ci hanno dato un bel momento da ricordare.
Ora vediamo le foto di Loredana, alla quale chiedo scusa per aver invaso il suo spazio con considerazioni che mi premevano come a volte senti impellente il dover dire "grazie".
ecco il gruppo dell'Atletica pronto a partire. Ci sono anch'io. Poi gli amici, se ne andranno lasciandomi solo con le mie sensazioni
la festa americana, le sue tracce, rimaste nel buio della notte appena passata. Le streghe, tradizione celtica, escono due volte l'anno dai loro "inferi" per ritornare nei luoghi terreni, approfittando per poter cogliere le erbe per i loro malefici
e questa "credenza", questa scusa per far festa sta entrando in un territorio dove il tabernacolo era per una devozione, per una preghiera, una loda
e le zucche che usavamo da ragazzi, quelle di campo, verdi, lunghe che con gli occhi scavati ed una candela accesa nel loro interno sono sostituite da quelle di Halloween
ecco una fioritura di piccoli ciclamini
rosse bacche, come gocce di sangue lasciate dopo l'incontro con una spina
l'erica pallida, nelle Cerbaie diventava ardente
i podisti stanno bene e salutano
ecco i tacchini rumorosi
e i pastori tedeschi ci guardano con tacita curiosità
un cavallo guarda timido e disinteressato
mentre un San Francesco moderno parla con il suo cane, spiegandogli la bellezza del creato
al ristoro il thè è caldo
i cavalli vengono alla staccionata cercando una zolletta di zucchero che ricordano di aver mangiato in gioventù
e l'amico, il famoso chantillyman, una figura importante e imponente, ci aspetta in un controluce che lo esalta
ma ormai siamo all'arrivo, nei locali dell'Avis Staffoli, un piatto di pasta, una crostatina, un panino....
Grazie Loredana per avermi dato la possibilità di raccontare Staffoli.