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A STIAVA SI FA SUL SERIO foto di Mario

25/02/2019

a cura di Andrea Bartalesi

Da qualche anno non venivo a Stiava, tanto che i suoi percorsi li ricordavo come qualcosa che non mi riguardava, belli e duri, ma da non fare. Ieri invece come un figliol prodigo sono tornato e ho ritrovato anche vecchie immagini che si erano fermate non negli occhi ma proprio all'inizio della mia anima. Appena lasciato il centro di Stiava, e prendendo la salita che porta a Bargecchia in quelle curve sterrate ho rivisto Giuseppe Lazzareschi, lo Stefani , Romano e Rodolfo, personaggi di primo piano porcaresi, di qualche anno fa, gente che ha avuto tempo per fondare la Regina e lasciare un segno nel nostro territorio, personaggi che per una volta vollero venire a camminare, vista la dilagante moda di allora, seguendo la passione che aveva contagiato Giuseppe. Li ricordo ancora ridenti, per alcuni di loro fu un' "unica" volta.

Poi la salita di cemento che si arrampica sulla collina mi ha distratto, come il campanile di Bargecchia. A Corsanico il tracciato non ci faceva andare a vedere il famoso organo del Colonna, veneziano, ma ci ha pensato Mario, nostro grande personaggio che per passare il tempo fa le foto, a riportarcelo. Corsanico si autodefinisce paese della musica ed io ricordo il suo coro con le voci femmini particolari.

Ma subito siamo saliti a Colle e da qui alle Pielle, poi la meravigliosa via panoramica che ci ha portato sul Pitoro, scesi a Pieve Elici e presa la via famosa di Coli e Spezi (due amene località) siamo scesi a Campo Romano, un prato fra due ville, un sole e la mimosa, la salsiccia e il lardo, il pane, i narcisi e i montoni. Scesi sulla via Sarzanese, il tempo di scuoterci e risaliamo verso un colle che ci farà girovoltare, rivedere dall'alto l'Austostrada prima di scendere al punto ritrovo partenza, ma prima ancora un'occhiata all'ulivo secolare, millenario o giù di lì. giurano che lo sia, millenario).

Insomma una mattinata dove non sono mancate le sorprese e le soddisfazioni e ultima, ma non per bontà, la pasta "arrabbiata" all'arrivo.

Vediamoci le foto di Mario

i bientinesi, due ragazzi, si fa per dire, sempre pronti all'amicizia, al sorriso

Gino  con Nebbia è pronto.

 

 

chiesa con campanile di Stiava

Mario e il pozzo antico

fra alberi di mimosa

il Prana ci osserva stupito

il bianco campanile di Bargecchia e il ristoro

e laggiù il blu del mare dove ci pare di vedere la Gorgona, e sicuramente la vediamo

ecco il campanile di Corsanico

e l'organo monumentale di Vincenzo Colonna, veneziano.

bellissimo e non sentiamo le note che escono dalle sue canne e il soffio del mantice, niente. E' solo bello. Quando suona diventa un attrezzo da non perdere.

e due gatti, fuori, aspettano che venga il maestro e che salga sul palco per suonare e spargere fino al Meto le note di una musica qualsiasi.che diventa celestiale

andiamo per i colli e i paesi attraversati si mostrano adagiati che quasi non li riconosciamo

Mario si lascia ritrarre con il mare alle spalle, serio come un peronaggio peruviano sulle Ande, stupito più dalla foto che dai luoghi

la signora invece cerca pose artistiche perchè stasera ci sarà la notte degli Oscar. Chissà....

il lago di Massaciuccoli si mostra un po' annoiato "tutte queste foto, uffà..."

Campo Romano e il sole

la mimosa

le giunchiglie

i montoni e la "pastora" armata, con il cane allibito che ha paura di aver sbagliato qualcosa

l'ulivo millenario (o giù di lì)

e la pasta asciutta "arrabbiata".

Noi no. Noi eravamo sereni e contenti.

Andrea Bartalesi