Filecchio organizza una bella marcia, con un percorso collaudato, impegnativo, anche un pochino più lungo (19 km) con degli strappi notevoli (in alcuni punti sull'asfalto sono indicate le pendenze, servono per una crono ciclistica) e se parliamo di 23% ci vuol poco a capire. Ma lo strappo micidiale è quello che facciamo tornando al bivio della 10 dopo essere stati in Paradiso a veder San Giusto (la Chiesa di Tiglio Alto è nella parrocchia dedicata a San Giusto). Dopo il ristoro "di ritorno" ci inerpichiamo fra le case dove qualcuno ha l'hobby di mettere gli "aggeggini" che ciondolano appesi ai fili e che battono insieme (perfino le posate) e poi due curve e ancora in alto sullo sterrato. Decisamente impegnativa, poi inizia una discesa scoscesa che ci porta a Loppia e attraverso l'antica strada di sassi ritorniamo in paese per la giusta soddisfazione di essere arrivati.
Ma se poi al ristoro ci sentiamo dire che la polenta è finita, con il sorrisino di chi pensa...ma te guarda questo, arriva dopo 3 ore e mezza e vorrebbe ancora la polenta....
Certo signora meglio darla a quelli della 5 km che hanno tempo e si possono permettere di mangiarne anche due o tre piatti visto che è buona. Giusto o non giusto purtroppo il nostro movimento podistico scende "al basso" siamo sempre in meno sulla lunga, siamo invecchiati e i nostri amici preferiscono massimo la 10 km e...la polenta.
Io preferisco invece andare a Tiglio Alto e parlare con un signore che ci mette a mollo dei chicchi d'uva così grossi che devono per forza essere benedetti.
Poi parlare un attimo con lui, scherzare, dire di San Giusto, della sua origine Africana (con Salvini non sarebbe arrivato nemmeno lui, dice un Camiglianese che si è unito alla divagazione...)
Da Tiglio Alto le Apuane sono stese in fila e solo una leggera foschia ci impediva di contare le persone dul Pisanino.
Insomma la cosa della polenta è grave, ma si può rimediare l'anno prossimo.
Ho scattato delle foto e ve le faccio vedere
A proposito. Un grazie sentito al signore (solitario) che gestiva il ristoro in località Trine. Ha messo sul tavolo (anche lo scorso anno), un piccolo cestino di pomodorini datterini....immaginate che io cento metri prima avevo assaggiato un fico dolce "finimondo" poi, pulite le dita ai pantaloncini, un datterino a pulir la bocca. Questi sono attimi che ti permettono di dire che la vita è bella. Grazie al nostro amico. Deve essere anche attento alle cose, visto le due zucche sorrette con paletti sul ciglio.
Ecco le foto
cappellina subito dopo il bivio della lunga
banano di Trine
a Trine i colori sono così
una delle zucche di Trine
paese di Tiglio Basso
Coreglia nel controluce oltre la valle
la chiesa romitorio di Tiglio Alto
e se quel signore così per bene, che parlava misurato e sereno fosse il prete che aspettava di dire la messa e si era messo a servizio del ristoro?
scendendo vediamo Barga
poi Loppia
e la strada pietrosa che ci riporta all'arrivo.
Andrea Bartalesi