Mentre alcuni di noi erano a La Rotta con i pisani, gli altri erano a Viareggio a cercare il profumo di mare e di sole invernale.
La partenza dalla Pineta, dove abbiamo portato a suo tempo i bimbi a giocare sulle automobiline a pedali, dove andavamo a vedere tornei di Tennis e i nostri occhi si meravigliavano della velocità della palla, della bellezza delle ragazze, ma anche a constatare come la festa del Santo va vissuta quando è il momento. Un'aria da ricordi, un cielo con quelle nuvole blu, indicato da rami scheletrici, quasi dita di giganti, sui viali delle pinete, il mare addormentato e brontolone, che sogna i bianchi schiamazzi delle spume e dei venti, i luoghi caratteristici vuoti, a riposo come generali in pensione seduti su una panchina fredda, e il bastone appoggiato vicino. La passeggiata con i suoi silenzi che d'estate si nascondono fra le palme, le barche che escono per sgranchire le eliche e per non sentire il dolore delle giunture prese dall'umidità e dalla inattività. Barche sontuose che sbadigliano in darsena, e il Caffè Margherita che batte gli occhi, guardandosi in uno specchio di strada per notare come il trucco sia colato nell'umidità notturna. Negozianti che guardano a destra e a sinistra ma non sono interessati, sanno che questi occasionali podisti troveranno una rossa pasta all'arrivo e si tingeranno i baffi o al limite le labbra e troveranno ristoro nei sorrisi dolci delle giovani donne dietro la teglia.
Insomma, per una volta, sono contento di essere andato a La Rotta e a San Gervasio.
Mario ha saputo cogliere questa atmosfera un po' decadente, un po' "deja vu" come avrebbe fatto in un deserto se avesse incontrato una città fantasma.
Complimenti Mario per le tue foto. Eccone alcune.
Paola e Andrea con due amici
il Caffè Margherita
la barca del pesce, vuota ma con l'odore del fritto vecchio
dalla passerella si vede il mare
dalla passerella vediamo le barche, solitarie, passare
Andrea Bartalesi