Ieri, dopo una nottata da uragano Irma, con l'acqua che ancora veniva dal cielo, mi sono alzato sperando nella fortuna podistica. Mi dispiace da morire rimanere a letto ed ascoltare che smette di piovere e capire che forse se ero andato...
Arrivati al Galleno, con il fido Claudio, già prima di parcheggiare ci dicono che la marcia è annullata. I percorsi, tutti nelle Cerbaie, sentieri, alberi, sottobosco, troppo pericoloso. Altre alternative, tipo dieci km di asfalto non erano previste e cambiare ora voleva dire non avere le autirzzazioni. E se poi succede qualcosa?
Avevano ragione gli organizzatori. Io e Claudio abbiamo pensato che se i dieci km ce li facevamo noi, conoscendo il posto, andando verso le Pinete, non avevamo responsabilità e non ci volevano auotorizzazioni. E così fra scrosci di acqua improvvisa sui nostri impermeabilini e illusioni di celeste nei brevi squarci in cielo siamo arrivati fino a Torre e anche più in là. 20 km di passeggiata a apsso svelto, tanto per non tornare subito a casa e vedere che il letto era ancora caldo.
Poi le notizie da Livorno. Il nonno di Livorno! Sarà perchè anch'io sono un nonno, ma quell'uomo che vedendo l'acqua che arrivava, dal primo piano è sceso a piano terra ad avvisare il figlio e la sua famiglia, prende la bimba la porta in casa sua, ritorna dal figlio, l'acqua ha raggiunto un livello impossibile, ma lui dentro aveva il figlio, la moglie di lui, un'altra nipotina...immaginate il momento, lo sgomento, la disperazione, lui si sente una nullità, vorrebbe essere mandrake, un supereroe, ma non gli serve niente, entra, si tuffa, disperato e...muore.
Ecco questo è quello che mi resta di questa tragedia. Poi la curiosità, il sapere il perchè, cercare di capire il perchè si deve morire così. Uomini che spiegano, vecchi che ricordano, Sindaci che dicono di essere dispiaciuti. Questo serve a noi sopravvissuti a pensare che a noi non ci succederà mai una cosa così.
Poi, con le ore le autorità che sinceramente riconoscono l'evento. Alcuni vanno a disquisire che l'allarme era arancione e non rosso. Sindaco, se la protezione avesse annunciato allarme rosso, cosa avrebbe fatto lei in più di quello che ha fatto..ovvero assistere alla tragedia?
Dobbiamo capire che questi eventi sono inevitabili. Livorno abituato alle mareggiate, allo scirocco e al libeccio, mare che impedisce ai fiumi di entrare, tutto si gonfia, il cielo che ha asserbato tutta l'acqua che quest'estate non ci ha dato, le preghiare di chi voleva un po' d'acqua nei campi...tutto insieme, tutto alle 6 del mattino dopo una notte da uragano, la tragedia si è compita.
Ma potevamo prepararci...certo potevamo prepararci prima, prima di murare, prima di fare passerelle di buon senso.
A me è venuto in mente un paragone improponibile: un pugile si prepara, si fa dare tante di quelle sberle, vuole aumentare la propria resistenza, schiva i cazzotti, saltella come una gazzella, poi l'incontro e un cazzotto, uno solo, ma così tremendo lo scaraventa al tappeto.
Insomma il Galleno, annullando la marcia, ci ha fatto capire di più Livorno.
Andrea Bartalesi