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ALTOPASCIO E LA SMARRITA

06/07/2008

a cura di Andrea Bartalesi

Corsa del Trofeo Pisano di Podismo

ALTOPASCIO E LA SMARRITA


Domenica scorsa, mentre molti del nostro gruppo cercavano refrigerio a Bolognana, gli impavidi (qualcuno li chiama incoscienti) hanno sfidato il caldo e il sole ad Altopascio.
Questa corsa della Smarrita ha un fascino particolare per chi come me la frequenta da tantissimi anni. Forse, come una donna, ha perso l'attrazione del nuovo, della conquista, ma mantiene tutto lo charme della conoscenza e dell'essere invecchiati (se preferite, cresciuti) insieme. Anche se piano piano perdiamo per strada alcuni fatti importanti, come partire dagli antichi edifici che riportavano alla storia altopascese, ai Cavalieri del Tau, agli hospitali, alla francigena, ad atmosfere mai perdute. Del resto bisogna guardare a quelli che sono i dettami logistici ed allora accogliamo con gioia mal celata questo trasferirsi al Campo Sportivo. Pensare a questa campana che, a sera, continuava a suonare i suoi lenti rintocchi perché se qualcuno si era perduto fra quei tanti boschetti a bordo acquitrini aveva un punto di riferimento nel buio per ritrovare il suo cammino, che immaginiamo esausto dopo una giornata lunghissima su strade sassose e polverose. In questi sentimenti ci ritroviamo nella parte finale della corsa, ai quasi 25 km percorsi e ci rivolgiamo al quadrato campanile che ci chiama all'orizzonte come meta finale. Noi di Porcari siamo legati ad Altopascio da fatti e misfatti storici e ripenso alla famosa battaglia di Altopascio che in effetti si svolse in gran parte sul territorio di Porcari, ma mentre il nostro popolo si è sempre sentito fermamente lucchese, gli altopascesi hanno avuto un particolare ascendente per i fiorentini o per quelli che erano i popoli al loro est. Nel parlare si sente questa diversità e nella cittadina questa mancanza da "becero", ma umano, vero, paese che si è sempre respirata a Porcari. Ora gli immigrati (che guarda caso vengono dall'est, anche se un po' più lontano) hanno portato i loro costumi e le aspre sonorità delle loro lingue e difficilmente si trova ancora questo distinguo fra gli indigeni.
Domenica ricordo di aver notato le cadenze del Valdano alla partenza, di questi amici quasi non più pisani senza essere ancora fiorentini più che i suoni di lingue balcaniche. E' strano che non abbiamo capito come sarebbe più facile integrarsi se iniziassero a mescolare il loro sudore al nostro in queste escursioni domenicali. Certamente domenica avrebbero potuto vedere luoghi particolari, il Marginone, la salita per Montecarlo per poi ridiscendere a San Salvatore, le vigne che da Luciani portano verso la Nina, il borgo di San Martino in Colle, sua maestà il Quercione, Pompei (mitico luogo che solo a rammentarlo fa brillare gli occhi ed il cuore ad una generazione di donne, luogo di danze all'aperto, il pomeriggio fra canne di bambù, un'orchestrina alla buona, i primi baci di nascosto, soprattutto dai padri che aspettavano indagatori sull'uscio di casa), La Legge per risalire verso La Nina e poi Montecarlo con l'antico borgo, la Poggiobaldino seconda e prima, Natale che invita ai suoi spuntini alla buona, la via del Fontanino (dice che l'acqua è veramente buona) e poi quel lungo ritornare con il miraggio del suddetto campanile. Una nota stonata la bottiglia di vino, ma anche a Bolognana avresti avuto lo stesso premio. Un giorno voglio prendere una sbornia, dopo 34 anni di corsa onorata, dopo essere stato considerato per così tanti anni un bevitore di vino da strapazzo, dal naso paonazzo e dal passo incerto, gente che si ferma al ristoro mangia pane e mallegato e si beve due tubi di vino. Ma veramente è opinione diffusa che questo sia l'identikit del podista medio?
Ho incontrato Fausto Martinelli che cercava nei percorsi gli intrecci con la mitica Corsa di Montecarlo del prossimo 30 Agosto, guardava le rose agli inizi dei filari delle viti quasi per paura che le piante non mantenessero i fiori fino ad allora, o i "troppi" sassi sui sentieri. Lo capisco e conosco i sentimenti dell'organizzatore che nell'avvicinarsi dell'evento trova tutte le inquietudini impossibili. Fausto, tranquillo, Montecarlo sarà un successo! Ci saremo a Montecarlo e in tanti, come l'avvenimento merita. Grazie per le foto con le quali ho dato colore a questa cronaca.
Alla fine i quasi 24 km effettivi percorsi ci diranno che è stata una corsa impegnativa, che molti hanno preferito il mare e che purtroppo non possiamo condannarli né giudicarli visto che la pena prevista sarebbe comunque inferiore a dieci anni, ma posso dire di essere stato soddisfatto e felice della mia stanchezza. La notte ho sognato che per la strada di casa ho bevuto, "a garganella", la bottiglia di vino data in premio, pulendomi la bocca con il braccio nudo e appiccicoso di sudore.

Andrea Bartalesi
Foto Fausto Martinelli

 

MAURA, INOSSIDABILE MARATONETA, CON SERENITA' PRIMA DELLA CORSA

LIVIO CASALI E IL SUO TELAIO

 

ENZO BRACCIALI RICEVE LE CONFIDENZE DEL MITICO TELAIO

 

 

E ORA DECIDIAMO: 20 OPPURE 25?

 

 

 

LA FORTEZZA DI MONTECARLO, SERIA E ACCIGLIATA, CI OSSERVA

 

 

 

DA NATALE CERCHIAMO DI RINFRESCARCI