LA CASA SULL'ALBERO
Chi, avendo figli o nipoti, non ha ricevuto almeno una volta una pressante richiesta di costruire una casa sull'albero? Io si.
E vedevo in quella richiesta una cosa bella, anche se ovviamente rispondevo con un no, nascosto dietro mille problematiche. A volte i miei nipoti, se trovavano una tavola raminga, me la portavano a casa e ripetevano la richiesta.
Forse è una cosa atavica, come il pizzicorino dove era la coda quando siamo in precario equilibrio, un ritornare all'antico, ai nostri antenati.
Cosa c'è di più scomodo di una casa sull'albero? Ora se ne stanno spaparazzati sul divano con un nintendo o un telefonino in mano, una play station magari a giocare, al caldo, assenti e poi ti vengono a chiedere di costruire una casa sull'ulivo in giardino.
Un bisogno remoto, magari in fondo a un'anima ovattata, piena di spade laser e di omettini rotondi che mangiano i pesci che ancora nuotano, cercano ancora l'ansia del vivere al riparo dei felini, la certezza del chiudere la porticina e poter dormire. O forse è solo il senso dell'avventura. Comunque ieri mattina ho trovato un padre o un nonno particolarmente solerte che ha costruito una perfetta casa su un olivo. Bravo, ma tu rovini la reputazione della categoria.
E con questa immagine faccio gli auguri per un anno felice. 
Andrea Bartalesi