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AURELIO RICORDA FOLGARIA

23/07/2010

a cura di Angelo Rovai

vedi Gallery
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Quando le immagini dagli occhi si spostano nel cuore, quando gli avvenimenti si trasformano in ricordi in breve tempo, è segno che quello che abbiamo vissuto era qualcosa di particolare.
Così credo sia stato per coloro che hanno partecipato alla gita di Folgaria. Ovviamente l'amicizia, l'essere insieme, una bella manifestazione, il sole di una bella giornata, il cielo limpido, tutto contribuisce.
Ecco il nostro amico Aurelio si è sentito d'improvviso la voglia di farci partecipi di questa strana sensazione che lo tocca. E così ci manda delle foto. Eccone alcune mentre le altre le trovate nella Gallery.
Quello che ho trovato nelle foto di Aurelio è la parte terminale della marcia, ho riconosciuto luoghi, ci fa vedere anche un forte austro ungarico. Certo, quella di Folgaria è la Marcia dei Forti, e il nome gioca sulla parola forti. Forti i ruderi enormi delle costruzioni difensive dell'esercito austriaco, forti coloro che affrontano la marcia che, oltre ad essere bellssima, è anche particolramente impegnativa.

ma cominciamo con il sabato pomeriggio:passeggiata per prendere possesso del territorio, sgranchirsi le donne, fare quattro chiacchere (le donne anche otto)
una foto ricordo alla moglie alla composizione floreale che ci annuncia Folgaria
ma eccoci subito in corsa, passato Serrada si sale verso il primo Forte, il ristoro prima di tutto
e poi la fortificazione resistita alle bombe ed al tempo. Dal Pasubio, di là dalla valle, gli italiani, quei vigliacchi, tiravano bombe come fossero confetti il giorno di un matrimonio: rimangono ancora a testimonianza le grosse buche che il tempo non è riuscito a riempire.
ed ecco un sentierino fra prati e bosco, tipici in queste zone
e i gemelli. Lisa e Luigi, noncuranti dei fiori alpini se ne vengono bel belli
questo ccredo che sia un breve tratto di asfalto in salita che dalla Scala dell'Imperatore ci riporta in alto verso il Forte Cherle
ed eccoci sul pratone dove il ristoro annuncia la fortificazione del Forte Cherle
e qui le prime case che ci portano al Passo Somma poco prima di scendere verso il Campo di Golf e subito dopo a Folgaria
ed ecco un monumento arboreo, dove la plasticità dem ateriale è reso ancora più evidente dalla sbucciatura, dall'aver tolto la scorza.
Grazie Aurelio per aver ricordato a quelli che c'erano i momenti vissuti ed anche a me, che li ho vissuti diversi anni fa e per tre volte, mi hanno riportato indietro a risentire il calore del cole nel l'aria fresca della montagna