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CANAPINO DA ARCA DI NOE' A COLOMBO CON RAMETTO DI ULIVO NEL BECCO di Andrea

27/11/2017

a cura di Andrea Bartalesi

Un cielo nero, acqua pesante che sbatteva nel vetro portata a terra da tergicristalli volenterosi e noi sopra...ma dove andiamo?

Storia normale di un normale podista in una non normale mattina di pioggia. Ma noi...dai che laggiù schiarisce...ma dove...ma dove lo vedi il chiarore...quella è l'insegna di un bar...

Poi, miracol divino, il chiarore dell'insegna diventa un appena accennato chiarore o meglio un meno nero cielo tempestoso di una mattina di novembre.

Dieci minuti in macchina vicino al cimitero tanto per rallegrarci l'anima e poi...dai andiamo. Non piove, impermiabilino giallo fosforescente e via...avanti Savoia...non avevamo la spada e nemmeno la baionetta ma l'incoscenza tipica del podista. Aspettiamo le 8 e poi via...il chiarore si allarga, e arrivati sulla strada oltre la Villa Reale di Marlia, dilaga. Ed eccoci qua a raccontare una bellissima mattinata, di una bellissima marcia e di un'ottima organizzazione. Sono in gamba questi "canapini". Certo non hanno colpa loro di questi orari di partenza che obbligano chi, come me, vuol fare i percorsi lunghi, stupendi, a sbrigarsi.. Diciotto km, tre ore. Il tempo massimo è per regolamento di quattro ore. Quindi....

Giunto all'arrivo nel tempo previsto ho trovato un'aria da smobilitazione generale, tavolo del ristoro in una completa confusione, meno male che una gentilissima canapina è andata a rovistare i sacchi e i sacchetti e mi ha trovato due fette di pane e addirittura...udite udite...pasta di salsiccia. Al ritiro del premio, doppia dose. Due sacchetti. Che devo dire? Meravigliosi.

Ma i nostri Trofei con queste partenze alle 8 non invitano il movimento a restare "podistico" e molti vanno sul percorso medio tralasciando il lungo. Meglio partire alle 7.30 e avere mezz'ora di più dopo, al termine. 

Ma tanto sappiamo come vanno queste cose.

Complimenti agli organizzatori. Magari l'anno prossimo un tavolino da una parte con quattro bicchieri e due biscotti per gli ultimi (dietro di me c'era ancora molta gente).

Ho fatto delle foto che a me piacciono. Ve ne faccio vedere qualcuna.

 

foglie come opere d'arte

la Specola sembra l'Arca di Noe

guardate quel lampione, tutta la notte lì, bagnato ma indefesso resta al suo posto

ville che si svegliano tutte bagnate e i padroni si preoccupano di calzare le caloche

Lisena sempre a braccia aperte ad accoglierci

dalla recinzione rubo una immagine della Specola, piscina compresa

Ciciana ci guarda scura in volto, ma le sue campane sono festose

 

basta con i selfie, ma guardiamoci dentro uno specchio di strada!!!!!!, così oltre a te puoi vedere davanti e anche dietro

a Matraia un tavolino che specchia nel controluce, la piana, la bella vita...immaginate d'estase a quel tavolo un piatto di zuppa ribollita con le crosticine e un po' attaccaticcia...un bicchiere di Palistorti

il campanile di Matraia nero di "macigno"

una veranda della Locanda, (cosa ci faranno di "bono"?)

la bellissima Madonnina di Matraia e il cielo metà luce, metà nuvole

ripetitori nel contrasto del mattino, con il sole che scaccia le nuvole, anzi sembra chiamarle a sé

poi mi volto indietro a guardare Matraia

una pozzanghera a Valgiano

vigne nobili con pali storti

un fornetto con legna pronte...facciamo una bella focaccia?

un cielo di nuvolette e azzurro e caki a volontà..

poi di corsa altrimenti i "canapini" chiudono tutto.

Andrea Bartalesi