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CASTELVECCHIO E IL GUADO di Andrea

13/06/2022

a cura di Andrea Bartalesi

CASTELVECCHIO E IL GUADO

Ieri a Castelvecchio di Compito.

Di solito quando gli organizzatori cambiano il percorso è segno di vitalità, di interesse. A volte, invece si va avanti per abitudine. Quindi dopo la partenza, quando abbiamo notato, noi, romantici dei lunghi percorsi, che ci hanno diviso da quelli dei 12 km che andavano al lago della Gherardesca, abbiamo pensato a mirabilie.

Ci siamo ritrovati nella parte esterna del Bottaccio e subito il fosso era secco ghiaioso. Girando poi verso Orentano abbiamo pensato di arrivare al grande albero che fa ombra al cippo che ricorda la morte per un fulmine dell’uomo a cavallo, un 15 agosto. Infatti, siamo arrivati al grande albero e prendiamo l’argine fra i due fossi (uno è il Rogio) e gli organizzatori, solerti, ci invitano a non camminare nel centro ma sui bordi. Ci sono passati i trattori quando la terra era creta modellabile. È una sorta di carreggiata da “saltibeccare”. Dopo 6 km siamo alla Baracca, poca ombra e sole che ci scalda. Non siamo in pochissimi. Ci raggruppiamo. Prendiamo la strada per tornare alla Gherardesca, ma al bivio per San Ginese giriamo a destra e andiamo poi verso il guado. Ci andiamo!!

Certo una marcia deve avere delle mete che “meritano”. Il guado, passato sulle fresche acque della Visona, merita. Riprendiamo i campi, poca ombra, meno male che ho il cappellino. Ritorniamo sui vecchi percorsi, ci arrampichiamo a Colle di Compito e al suo santuario e scendiamo alla chiesa parrocchiale fra le stradette del paese..

Torniamo velocemente a Castelvecchio basso e prendiamo la strada per salire al ristoro proprio davanti la porta. Attraversiamo il borgo, chiuso come una ortensia, bello, al bivio ci fanno scendere, altrimenti andiamo oltre chilometraggio. Mara e Daniela, le mie compagne di ieri, dimostrano di essere ben allenate e giungiamo infine “al fin della licenza”. Le ringrazio e faccio in tempo a salutare Vinicio il nostro presidente e raccogliere le lagnanze di un “brontolone”: “dal Covid le marce sono diventate speculative. Non ci hanno messo niente nel sacchetto”.

Vorrei perdere due minuti su questo argomento.

Il momento delle marce è molto critico. Qualcuno magari specula, ma dobbiamo rilevare una presenza di metà partecipanti. I trofei portano pochi iscritti e se non incrementiamo con le iniziative locali, resteremo sempre in meno. I margini diminuiscono e ovviamente gli organizzatori mettono le mani avanti e con ragione.

Quindi noi dobbiamo decidere cosa vogliamo: se preferiamo avere manifestazione dove andare dobbiamo avere un po’ di pazienza.

Andrea

 

 

 

la Baracca di Nanni, chiusa

il guado sulla Visona

gli uomini lunghi

borgo chiuso come un'ortensia

e con il rudere con fiori chiudo le mie foto

Andrea