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CERCANDO MULINI TROVIAMO CAMPANE Foto di Mario Pardella

17/08/2009

a cura di Andrea Bartalesi

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SILLICAGNANA - IN CERCA DEI MULINI

Quella di Sillicagnana più che una corsa è un andare a cercare l'acqua torrentizia dove reimpiantare un mulino, perché, dei cinque indicati, ne restano poche tracce, ruderi restaurati in perfette ville o addirittura ricordi.


Ma per andare in questa ricerca c'è da salire e scendere per anfratti del terreno alla ricerca, appunto, di questi salti dove l'acqua ha più forza, perché, non dimentichiamolo, il mulino veniva messo dove c'era quest'acqua e non dove la strada era ampia e un bel piazzale avrebbe permesso rapide manovre ai carri o, dopo, molto dopo, agli autocarri. Ed allora per tutta la mattina ci siamo sentiti vicini alle acque, che dal colle scendono al "giovane" Serchio, appena formatosi dai suoi due confluenti (quello di Sillano con quello di Gramolazzo) e mentre nei brevi tratti senza ombra, il sole, montano, ti bagnava il volto, appena ci trovavamo protetti dalle foglie, il refrigerio veniva in tuo soccorso.
Cercavamo mulini ed abbiamo trovato belle case in pietra, ristrutturate con piscine azzurre e prati verdi dall'erba perfettamente rasata, dove il massaro, la mattina, prima di ogni altra faccenda va in cerca dei fili che trasbordano e lasciano solo ai piccoli fiori gialli il permesso di tanto ardire.
Certo l'acqua, quella del cielo, che da tanto tempo manca, ha asciutto e impolverato il Parco del Buffardello, e anche i verdi prati hanno un che di secco in arrivo

 

 

 

e la fortezza di Verrucole, lassù in alto, incombe come un fatto portato dal destino. La deviazione dopo il paese del castello ci portava a vedere un enorme mulino su una salita che, altrimenti, ci sarebbe sembrato gratuita.
Potremmo, invece dei mulini, indicare questa corsa come quella del suono delle campane: ci salutavano partendo quelle di Sillicagnana, ci aspettavano, diverse, quelle di Sambuca, dove la chiesa simile a quella di Petrognano, forma un piccolo castello di fede, arroccato, dove arrampicandoci, scopriamo i fiori, i balconi, l'intima bellezza dei luoghi. Lasciando Verrucole, poi e costeggiando il campanile, la campana ha "esploso" un solo colpo prendendomi alle spalle. Ho provato la sensazione di esser ucciso da un colpo a canne mozze, bruciato dal sole, solo. in una piazza del meridione, tanto il colpo era forte e mi ha fatto tutto vibrare. Ma dopo , scendendo, le campane di San Romano mi indicavano un sentiero che portava in questa cittadina pulita, ordinata, dove non esistono rovine o vecchie case, dove i ricordi restano negli abitanti e nelle perfette case restaurate, dove il fiore non è mai il "vizio" di una donna, ma il sentimento di tutti.
Le Apuane ci osservavano dall'alto e ogni tanto anche la Pania della Croce ci mostrava il Pizzo delle Saette ed un Uomo morto dal volto scarno ed affilato. Il Pisanino alzava la sua cima sopra i verdi monti che lo precedevano come un bimbo, in punta di piedi, che si affaccia ad una finestra.


Un piccolo "mulinello" indicativo dopo l'ultimo ristoro ci voleva ricordare che con l'acqua si può far girare tutto. Qualcuno, il nome non si può dire, ma solo indicare, ha aggiunto che invece oggi giorno c'è tanta gente che fa girare soprattutto le scatole. E questo non è un miracolo di ingegneria.
E dell'organizzazione? Perfetta. I ristori erano fatti per meravigliare non per ristorare, la zona arrivo-partenza era fornita di tutti i servizi necessari, l'erba dei sentieri tagliata tanto che in molti luoghi camminavamo sul fieno e come funghi rossi e bianchi gli intoppi da evitare fasciati com'erano dal nastro segnaletico. La presenza degli organizzatori perfetta e assidua lungo il percorso. Insomma da ringraziare per quanto ci hanno dato. Solo un piccolo consiglio: indicate con cartelli i cinque mulini o le vecchie tracce rimaste o il luogo dove sorgevano, sarà la ciliegina per una torta già meravigliosa.
Andrea Bartalesi

 

 

(scene da una Garfagnana bella)

(un quadro che riporta il gusto del vecchio) 

 

 (verso il cielo)

(Fernando con lo sfondo garfagnino)

 

 (antiche case di San Romano)

 

 

(correre nel paesaggio)

 

(movimento dell'acqua)

 

 

(la Tambura e il Pisanino fanno capolino)

 

 

(cocomeraio)

 

(ricordo di un mulino)

 

(bentornato Mario)

 

(chiudo questa soria con la bellissima foto di un casolare, ma le altre foto, altrettanto belle, le trovate nella gallery.)

 

Grazie Mario!!!!