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CHE FESTA SAREBBE STATA?

18/02/2009

a cura di Andrea Bartalesi

CHE FESTA SAREBBE STATA?

Ho letto i commenti apparsi sul sito e con piacere devo ringraziare tutti di essere stati presenti a Porcari. Certo la festa è riuscita, grazie a quanto auspicavo, che il tempo ci desse una tregua, che ci fosse un po' di sole, anche pallido, anche gelido, ma che almeno asciugasse i sentieri. Purtroppo non tutti e non perfettamente, ma del resto per andare in certi posti ci dobbiamo andare su quelle strade. C'è stato anche un problema annunciato: il campo che non è stato dei miracoli. Dove c'era la brina è venuto il fango e qualcuno, specialmente fra i primi, ha dovuto attendere che si mettesse in moto una certa "unità di crisi". Qualcuno ha dovuto attendere, qualcuno ha dovuto insudiciarsi. Pensandoci mi viene in mente il famoso detto toscano: "il medico pietoso fa la piaga puzzolente". C'erano dei rischi, era meglio rinunciare e mandare quelle persone a parcheggiare 500 metri più in là? Abbiamo tempo un anno per pensarci. Ritornando agli scritti abbiamo avuto addirittura il ritorno di Alessandro con il suo solito modo di mettere il dito in un occhio, sollevando un problema attuale.
Ho letto la contentezza, del resto, in quasi tutti i commenti, anche, se vogliamo, una certa goliardia. La contentezza non di circostanza, ma quella che viene quando uno si diverte. Mi sembra che tutti abbiano trovato un motivo per divertirsi.

 

 


Questo era quello che mi auguravo, come scrive giustamente Alessio. Poi la festa, quella vera. Quella che conta l'hanno fatta coloro che sono venuti a correre a Porcari, quelli del Nord, i piemontesi, i lombardi, gli emiliani, i veneti, l'hanno fatta i fiorentini, i senesi, ma soprattutto quelli dei nostri trofei, quelli di La Spezia, i ragazzi delle scuole, i porcaresi e i montecarlesi.
Immaginate se per assurdo domenica a Porcari si fossero presentati al via 800 persone. Al servizio 230 persone, bandierine, ristori, sorveglianza. Pensate a quale tristezza: gente che corre, che cammina, una ogni tanto, i musi lunghi di quelli al ristoro con le mani gelate, gli organizzatori a pensare a quello che potevano aver sbagliato, a dove portare tutto il cibo pronto, e chi avrebbe mangiato tutte le uova, o i 40 kg di pasta di salsiccia. E i chili, i chili di acciughe messe sotto pesto? La Filarmonica Giacomo Puccini che suonava sola battendo i piedi mentre i soldati si scaldavano le mani al fuoco dove dentro la pentola di rame i fagioli borbottavano "tanto io lo sapevo".
Pensate a Cinzia e Massi con la loro ghigliottina doppia con tanto di scritta IO C'ERO e nessuna testa infilata?

 

 


Allora chi ha fatto la festa? Noi o voi che siete venuti? Noi abbiamo cercato di essere all'altezza e di farvi trovare quello che voi vi aspettavate. Certo non il parcheggio con il fango.
Quando leggevo i commenti del fratelli Cecchella, fratellino e fratellone, pensavo a quanto è bello avere un fratello. Forse è bello avere anche una sorella, ma questa sensazione non mi è data. Pensavo a come sono fortunati: addirittura hanno fatto la 5 e la 25 con gioia e serenità, si sono fermati, hanno riso e scherzato con Massi, hanno curiosato nei ristori, hanno avuto perfino dolcetti personalizzati, hanno fatto tardi. C'era qualcosa che mi ronzava intorno e non era una mosca, non sapevo cosa. Poi ho visto una foto, con le loro due mogli, le due cognate, sedute sul marciapiede, serene, sorridenti, che li aspettavano.
Solo, davanti al computer, ho esclamato: "Facile, con due mogli così!"

 


Andrea Bartalesi