La marcia della Chiesina è per antonomasia la marcia degli argini. Stamani un paesaggio nebbioso, delicato soffuso....passando il Toschi Gianfranco mi ha detto..."Rovigo, nel delta del Po. tale e quale"
Sarà per quella sua voce dai toni importanti con un accento un po' straniero, di terre piemontesi, ma subito mi sono sentito trasportato nel Polesine. L'argine che stavamo percorrendo, la Pescia che scorreva lucente e pigra nel mezzo, l'altro argine dove chi ci sopravanzava tornava indietro, anime macchiate di giallo quasi da un marcatore. Infagottati in cappelli di lana e dai guanti raccolti nei pugni chiusi sembravano fuggire dai loro respiri affannati lasciando dietro di se una indefinita materia grigia che ovattava il verde degli argini e faceva sparire gli alberi spettrali.
Detto questo dobbiamo confermare tutto quello che sappiamo di questa corsa e convenire che il loro habitat è questo e giustamente ci offrono quello che loro hanno. Si può anche dire che 15 km del percorso più lungo sono passati anche velocemente forse per l'impegno che ognuno ha messo per cercare di miitigare il freddo. Infatti siamo partiti con un più uno di temperatura e l'umidità che bagnava tutto e tutti. Gli argini che ci aspettavamo bagnati con l'erba lunga, erano stati sistemati dagli organizzatori e solo in un tratto dove il percorso lungo coincideva con un altro più corto, siamo stati costretti a uscire di traiettoria per sorpassare chi camminava al passo, andando a finire nell'erba, un paleo che restava lucido e bagnato, ricurvo su se stesso.
Le foto le ho trovate sulla rete...e sono del ...Polesine!!!
Grazie a tutti
Andrea Bartalesi