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CLAUDIO SUL MURAGLION DELLA PENNA

09/02/2010

a cura di Claudio Landucci

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Oggi il lento (mica tanto) scorrere del tempo scandito dai tradizionali appuntamenti con le nostre tapascionate ci indirizza in quel di Pappiana, ospiti del locale gruppo podistico del Rossini, per prendere parte ad una loro corsa, quella ovviamente non competitiva, visto che da queste parti prende il via anche una competitiva e financo una auto convocata corsa del 1° di Gennaio.

La partenza alle 7:15 da piazza del mercato dove l' appuntamento, manco a dirlo, è con l' amico Filippo, che stavolta rimarrà in inutile attesa del nostro giungere: stamane siamo in colpevole ritardo e mentre ci accingiamo a metterci in marcia per raggiungerlo, ce lo troviamo che ha fatto prima lui a venirci incontro.

 

 

L' arrivo è intorno alle ore 8:00 complice il ritardo nella partenza e non tanto per essere ligi ad una partenza come da regolamento dei trofei, di cui evidentemente non si interessa nessuno e che per me è solo una questione di buon senso.

 

Questa, almeno per me, risulta essere una tra le più dure tappe dei nostri trofei, non tanto per l' altezza che si raggiunge nella sua versione lunga, infatti raggiungiamo la quota massima di 548 metri per arrivare in cima al monte Penna (mah! mi paion pochi speriamo che il Garmin non abbia preso un abbaglio), quanto per la reale lunghezza del suo tracciato più lungo che, sempre secondo il mio GPS ma anche quello della Caterina, risulta essere di km 24,800.

 

 

Stamane, col senno di poi, devo rammaricarmi della scelta abbigliamento, troppo pesante rispetto la giornata veramente splendida che il buon DIO ci ha regalato e che ha influito non poco sulla già precaria condizione atletica dell' anno appena iniziato, i ricordi che avevo di questa corsa erano di tutt' altro tipo.

Dopo i primi 5 km iniziali che ci fanno girare intorno al paese che ci ospita ed durante i quali abbiamo il tempo di guardarci intorno e salutare i volti amici che in tante corse fatte ci siamo fatti, inizia inesorabile l' ascesa verso il monte Penna (cima Giuntini).

I km di salita che ci separano dall' obiettivo, firma delle presenze testé posto sotto la croce che da lassù sovrasta tutta la vallata, sono circa 8, inframmezzati da un breve tratto di discesa tutti all' interno di uno splendido bosco i cui tratti di salita sono resi scivolosi dalla pioggia dei giorni precedenti, questo per rendere ancora più duro un percorso che già di per sé non è dei più agevoli.

 

 

 

Non so quanti abbiano fatto questa salita di corsa, io non ho timore nel dire che a tratti, parecchi, ho tirato il fiato fermandomi e rallentando un passo già di per sé alquanto blando, scattando qua e là qualche fotografia.

Superfluo dire che una volta raggiunta la vetta la fatica sin qui fatta sia altamente ripagata dalla splendida vista che da quassù si apre d' innanzi i nostri occhi, il tempo per lasciare la nostra firma sul tavolino posto sotto la croce impreziosito dall' Italico tricolore in testimonianza che anche per quest' anno sin qui siamo arrivati, un sorso di acqua e tè al "ristorino",e per i più temerari, anche qualcosa di più forte, grappa e/o punch che un addetto ci dice essere stato gradito in rapporto di 10 ad 1 in favore del gentil sesso.

Rotti gli indugi dopo avere ed essere stati fotografati, iniziamo la discesa veramente insidiosa ed a tratti anche pericolosa, che induce ad un rallentamento anche maggiore dell'ascesa, 3 km circa che poi lasciano il posto ad altri 2 km di salita niente male, fortunatamente l' ultima di questa corsa.

 

 

La discesa d' ora in avanti sarà tutta su asfalto con un tratto in cui la strada (via dei molini) attraversa un bellissimo e vecchio borgo in cui abbiamo un dislivello tale da non farci rimpiangere che fortunatamente da qua non saliamo, nell' attraversare il borgo abbiamo uno scambio di battute col Ceck, un immortalata reciproca e la ripartenza per raggiungere nuovamente il paese di Pappiana e ritemprare le stanche membra.

Termine di questa tappa 3 ore e 12 minuti esclusi i tempi di fermata e questo la dice lunga sulla durezza del tracciato. Un grazie a tutti i volontari che hanno reso possibile questa sgambata ed un saluto agli oltre 2600 podisti che a questa corsa hanno preso parte ripagando gli organizzatori delle fatiche sostenute.

 

 

 

Ben forniti tutti i ristori compreso quello finale, nonostante l' ora tarda in cui siamo giunti ed il gran numero dei partecipanti. Inutile dire della bellezza del percorso una volta che si è giunti al temine della fatica.

Claudio Landucci G. S Antraccoli