Dopo la parentesi Lucchese del T P L di stanza in quel di Porcari, questa domenica usciamo dai patri confini per recarci nel Pisano e prendere parte ancora ad una " marcia " non competitiva.
Stavolta, appunto siamo a Cascina da dove prende il via la 33^ edizione dall' Arno alla Verru'a, passeggiata, marcia, corsa, o come dir si voglia, organizzata dal G. P la Verru'a, che rientra nel calendario delle tre provincie.
Anche stamani, complice il portarsi appresso la parte giovane della famiglia (fortunatamente ci seguono ancora), arriviamo oltre le ore 8, così da poter dire che anche stavolta facciamo una partenza intelligente.
Sbrigate le solite formalità di rito, salutati i pochi che ancora stazionano in zona iscrizioni, partiamo insieme all' amico Massini, dei Marciatori Marliesi ( guarda un pò Pisano anche lui ), con cui faremo un tratto di strada fino alla deviazione della 14 km.
Da lì in avanti correremo praticamente in solitaria, tranne alcuni sparuti podisti che supereremo, che non arriveranno a 10, tra questi alcuni che conosciamo e con cui scambiamo qualche frase.
Complice il maltempo delle ultime settimane il percorso ha subito una variazione che lo rend
erà meno duro del solito, infatti non arriveremo neanche a 200 metri di altitudine, 187 per la precisione.
Il nuovo tracciato risulta comunque interessante ed anche bello, questo a dimostrare che si può (e si deve) cambiare un percorso per evitare pericoli ai partecipanti.
All' arrivo tavoli imbanditi per tutti i gusti; io che sono solito non rimpinzarmi alla vista di cotanta roba, non disdegno mai di gustarmi un buon piatto di riso, anche perchè l' ora è tarda ed alle 13 si deve essere al lavoro.
Considerato che il percorso è stato rivoluzionato voglio dare la sua misurazione, che è di km 20,470, un grazie agli organizzatori per essere riusciti nel migliore dei modi a rimediare ai danni del maltempo (?) con l' augurio il prossimo anno di ritornare sul vecchio tracciato anche se a me personalmente questo non dispiace.
Claudio Landucci
Le foto a corredo sono di Mario Pardella per il titolo e della famiglia Cecchella nell'interno articolo.
Da notare la bellezza degli ulivi pisani, quasi belli come quelli di San Gennaro.
La chiesina bianca che ci domina dall'alto, sopra San Giovanni alla Vena, che dai tempi delle corse a San Benedetto a Settimo è stata "bandita" dagli itinerari podistici. Perchè?
Grazie Claudio per il tuo contributo.