Collodi quest'anno ci ha accolto con una temperatura vicina allo zero, ma tutto sommato sopportabile. I nuovi orari di partenza ci obbligano a stazionare una buona mezzora davanti il luogo di partenza anche se questo per la gioia di alcuni, ci dà modo di "socializzare", Dobbiamo dire che chi come me, e non siamo molti per fortuna, vuol fare il percorso più lungo e senza correre, questa mezzora ci manca poi all'arrivo e dobbiamo correre (continuare a correre) per giungere in tempo a casa per far fronte agli impegni familiari. Ma ormai questo è un reafrain.
Il tracciato della 18 km (18.300 perchè io ho scelto il percorso alternativo senza passare dal vecchio paese storico) è particolarmente bello e impegnativo. Nell'indecisione se mandarci verso Petrognano o verso Pescia, hanno risolto il caso: prima a Petrognano e poi a Pescia.
Devo riconoscere che la vecchia strada che da Pescia portava al paese (alto) di Collodi è veramente una parentesi di antichità, racchiusa fra boschi e ulivi. Questo sentiero si prende a metà della salita che da Colleviti porta a Monte a Pescia, sinistra e si presenta selciata con pietre e ci fa attraversare un rio (basso sotto di noi) su un ponte snello in pietra e una salita a pietre che certifica l'importnza avuta da questa strada.
Un ristoro dove un amico mi "incoraggia" dicendomi "Ma sei partito più tardi? e io "no" e lui "certo dietro non c'è più nessuno..." al che ho risposto quasi con cattiveria..."certo che ci sono...starai qui fino all'una". Mai fidarsi degli amici.
La salita che ci fa arrampicare fra gli agrifogli è dura ma molto bella. Poi la discesa fra ulivi "sbattuti e solleticati" da manine frenetiche mosse da lucenti compressori e tubi che portano aria di un giallo.... Il ristoro finale è stato devastato da orde barbariche ma tanto non c'è tempo. Quasi continuo a camminare svelto anche in macchina per arrivare prima a casa.
Un saluto agli occasionali compagni di viaggio come Gabriele Puccinelli e il Giannini Armando.
Ho fatto qualche foto che mi permettevano di "tirare il fiato". Eccole
nel periodo socializzante una foto emblematica di alcuni personaggi dell'Atletica.
la Villa Gazzoni
e un Pinocchio "reticolato" ci accolgono
la venditrice di fiori (non giapponese ma indonesiana)
partenza e a Petrognano ci guardiamo intorno
laggiù, dopo le brume, le nostre case dove in tanti si rigirano al caldo delle coltri
e io qui a meravigliarmi di una margherita o
di una zagara che trattiene il suo profumo, quasi condensato nel freddo
entriamo, dall'alto, in San Gennaro, come barbari mittleuropei, mentre Gabriele, paziente, mi aspetta
piante rigogliose di aranci, dietro cancelli ferrati
uno scorcio della chiesa di San Gennaro
e dopo essere ridiscesi a Pescia, andati a Colleviti, saliamo sulla vecchia strada fino a che incontriamo questo ponte che ci aspetta ogni anno e pretende di essere fotografato
ed io mi affaccio per vedere dov'è il rio e scopro la mia ombra che si pavoneggia su un tronco di albero secolare
mi volgo per rivederlo, ma poi ...avanti Savoia
la strada sale, bella, verso il sole
ancora un saluto al ponte prima della curva
gli agrifogli
e il sentiero sembra di non finire mai....
Grazie agli amici di Collodi che ci hanno permesso di passare una mattinata stupenda e di vedere luoghi impensabili.
Andrea Bartalesi