La marcia di Collodi da tre anni è da considerarsi una delle più impegnative del circuito marce lucchesi. Almeno questo per il percorso di 18 km, ma anche gli altri non devono essere da meno. Prima ti mandano a fare un giretto (si fa per dire, 12 km) verso Petrognano e San Gennaro andando a scovare i sentieri antichi dove respirare a fondo non è un optional, poi ti gratificano mandandoti verso sud, ulivi e ulivicultori con reti, manine elettriche, batterie, canne e voci, generatori borbottanti, ma per ritornare sulla "diritta via" devi salire ancora, anche se con un delicato ristoro nel mezzo. Quando arrivi, di ritorno, a Collodi, già sentieresti di aver dato il tuo. Ma invece il bello deve ancora cominciare.
Andiamo a Colleviti e rinunciando alla serenità dei frati, torniamo sulla via per Monte a Pescia, ma giriamo prima su una strada pietrosa e antica fino a trovare un ponte che si sta sgretolando, purtroppo, (questi ponti non ne possono più) e di pietra in pietra, saliamo al ristoro dove ci accolgono con il sorriso e fru fru scricchiolanti.
Ecco la perla della marcia, la salita che ci porterà sopra il vecchio paese di Collodi. Finite le pietre saliamo su un sentiero "incementato", ci meravigliano delle palme nane, e costeggiamo coltivazioni selvagge di agrifoglio, con tanti pallini rossi che fanno tanto Natale in arrivo.
La sensazione è che non si arrivi più. Poi la discesa, con la doppia opzione, paese, strada asfaltata ti distrae e in men che non si dica sei all'arrivo. Bella, aiutami a dire bella. Come un cavallo inquieto, bello e terribile, che non vuole esser domato.
Grazie agli organizzatori, all'ottima pasta fritta, al panino alla soppressata (ma ci vuole una p o due?) ai sorrisi e al sole che ha sconfitto il vento e il freddo del mattino.
Alcune foto che ho scattato
due immagini dell'interno del Parco della Villa Garzoni
Gabriele, invitato da me a fare la parte del Conte Garzoni e sedersi sulla candina poltrona, sobbalzava, prima per il freddo della seduta e poi accorgendosi che c'era anche acqua, natidancane, nemmeno un buchino sula seduta per far scorrere l'acqua!!!!
salendo verso San Gennaro, il paese di Collodi si mostrava come uscito dalla fiaba di Pinocchio
da Petrognano guardiamo Tofori e lo sguardo si perde nella piana fino a Lucca e al "Muraglion della Penna" che fa da torretta contro le invasioni barbariche pisane
nello scuro controsole, San Gennaro ci mostra la crocchia dei suoi capelli, perfettamente divisi in due dalla scriminatura
un arbusto di mirto pieno di frutti maturi
Agrifoglio
nei tue tipi, con foglie bordate o interamente verdi
questa foto è emblematica, di come il territorio di Collodi sia fiabesco, adatto alle streghe e ai maghi, oltre a burattini famosi nel mondo.
Andrea Bartalesi