Vogliamo creare un database per sapere dove correre in villeggiatura?
DOVE CORRERE IN VACANZA?
Perché non fare un database con i percorsi che facciamo in vacanza? Oppure dei tracciati nella nostra zona particolarmente belli? Allarghiamo le nostre conoscenze a tutti i podisti che ci leggono: crediamo sia una bella idea! E allora cominciamo con
CORRERE A ZAMBRONE
Correre in vacanza è un privilegio di noi podisti ed è quasi un prendere possesso del territorio bagnandolo con il nostro sudore. Non è molto igienico, ma il leone, sua maestà, lo fa in modo ancora più disdicevole, quindi...
Purtroppo ci vorrebbero ferie di una certa lunghezza per poter conoscere i territori di una realtà territoriale nuova e vasta: quindi se abbiamo già una traccia che qualcuno prima di noi ha preparato possiamo fare delle scelte o nuove scoperte. Per questo motivo metto in rete le mie personali esperienze a Zambrone, Calabria, 9 km da Tropea.
Mare meraviglioso, litorale occupato da spiagge private degli Hotel e dei Villaggi, pochi locali, tipo bar o negozi. I giornali bisogna prenotarli. Vacanza indimenticabile se, come a me ed ai miei amici, capita di andare al Blu Tropical, albergo che unisce la raffinatezza delle 4 stelle al Ristorante gestito in modo familiare, al rapporto amicale, dove oltre ai luoghi si possono conoscere persone piacevoli e comunque interessanti. Quello che ti danno da mangiare sembra che lo facciano per meravigliarti, per farti conoscere, per farsi ricordare.
Per correre si rischia di fossilizzarsi sulla strada nazionale rischiando ad ogni passo di essere disintegrati dalle auto in corsa. Non tanto perché il traffico sia molto (fine giugno), ma velocissimo, su una strada che si presenta come superstrada senza esserlo. Quindi dobbiamo attraversare e salire verso le colline retrostanti dove si trovano i paesi antichi e sempre pittoreschi. Nel nostro caso Zambrone, diventato, forse, Superiore dopo che si è fatto conoscere lo Zambrone Mare. Ci sono quattro strade che salgono sul falsopiano: una quasi davanti alla stazione, altre due si ergono a duecento metri prendendo verso Parghelia sulla Nazionale. La quarta scende (o sale) in località Potame (direzione Briatico, subito dopo il ponte). Sul falsopiano si trovano diversi paesetti e si raggiungono senza particolari difficoltà: partendo c'è da togliersi subito il piacere della salita (mediamente 3-4 km) e poi si sta sul falsopiano per poi tornare in basso con altrettanta discesa.
Il paesaggio è incantevole e si spazia con lo sguardo fino alle Eolie, poi, appena si scollina, campi di una terra renosa di colore marrone scuro (tipo avesse piovuto da poco) ulivi grossi come capanne, cipolle (o ce n'è o ce n'è state o ce n'è di rimpiattate), peperoni, orti in genere. Si incontrano persone gentili, disponibili all'informazione ed alla battuta.
Il primo giorno siamo saliti dalla salita che chiamerò numero tre: si prende la nazionale verso Tropea, duecento metri sulla sinistra deviazione con cartello Zambrone (che in questo caso è Superiore). Dopo cento metri di salita c'è a sinistra quella che chiamerò numero due, ripida, la più corta delle quattro). Continuiamo per la numero tre, che sale in quota in due lunghi rettilinei e relativi tornanti, un'ultima occhiata a Tropea, muro ocra pastello sul mare alla nostra destra e, lasciandoci dietro un nuovo gruppo di case in costruzione, sgambettiamo verso il paese. Ci fermiamo a guardare le poche cose, le case, la chiesa, chiediamo informazioni e ci portiamo verso nord. Incontriamo una piccola borgata, ne sentiamo le campane (disco) del campanile che vediamo oltre la fila di vecchie e nuove case, tutte allineate, tutte alte uguali, sembrano a prima vista "popolari". Ci troviamo a Madama come è scritto sul cartello. Tornando indietro ancora una strada con medesime case: quelle rifatte, con i loro colori, fanno risaltare le altre, quelle originali, con gli scalini davanti agli usci, dove sedevano (questo lo abbiamo saputo dopo) i terremotati scampati a quello terribile di Reggio Calabria agli inizi del 900, piangendo i parenti morti, trovando il coraggio dell'andare avanti nel torchiare un sigaro o nel riempire una pipa aggrumata.
Salutiamo Madama e scendiamo per quella che chiameremo salita numero uno che arriva sulla Nazionale all'altezza della Stazione ferroviaria. Come prima uscita ci sembra perfetta, dodici o tredici km, niente più. Ci aspetta una giornata di sole e di spiaggia.
Per la seconda uscita scegliamo di salire da dove siamo scesi. Quindi salita numero uno, passiamo vicino a Madama ma non entriamo nei suoi "corsi" e ci portiamo verso Zambrone. Un campanile come una matita Fila richiama il nostro sguardo oltre il paese. Arrivati a Zambrone, attraversiamo il paese e scendiamo verso sinistra, seguendo l'indicazione San Giovanni. Il campanile è ancora davanti a noi, appena si ricomincia a salire, in mezzo ad un bosco di lecci e ulivi. Ormai pensiamo di andare a vederne il paese, si chiami come si chiami. Ancora un bivio e noi teniamo la destra sempre cercando il campanile e la sua chiesa: la strada continua a salire, fino a vedere sopra di noi la punta del campanile e, sotto, spuntare statue di bianco marmo della Madonna, fra gli alberi. Cerchiamo una strada, troviamo un piccolo sentiero, ci viene indicato un parcheggio per handicappati, una rete ci sbarra l'accesso. Torniamo sulla strada maestra supponendo che il paese sia "sopra".
Continuiamo in salita, un tornante, ci troviamo sopra ed oltre, dobbiamo convenire che non c'è paese, ma solo un campanile, quasi privato, anzi, sicuramente privato. Nessuno a cui chiedere, siamo quasi in cima alla collina che porta, dopo poco, a San Giovanni, il caldo comincia a farsi sentire, il sole è trionfante, giriamo e torniamo a Zambrone Superiore e prendiamo la discesa più corta, quella che ho chiamato con il numero due, con ripidi tornanti, fra boschetti e radure che mostrano sfacciatamente l'azzurro del mare. A pranzo un piatto di fileja con fagioli e pomodoro, un fritto misto croccante ci daranno nuovo vigore. E del campanile solitario? Ci dicono del parroco di Potenzoni, che per qualcuno è solo un prete, per altri... sai come succede.
La terza uscita ci viene consigliata da Franco, un pensionato milanese che se ne viene un paio di mesi al mare, beato lui, e sempre a Zambrone, ogni anno, forse ci ha una parentela oltre all'amicizia che lo lega a Carlo e Caterina, proprietari del magico Blu Tropical.
Si sale dalla salita numero due, la più ripida, si raggiunge Zambrone, diventato ormai il fulcro di tutte le nostre passeggiate, scendiamo dove andavamo a cercar campanili, ma al bivio successivo prendiamo a sinistra e non a destra. Cartelli indicano Potenzoni, vicinissimo paese famoso per la "infiorata" che viene fatta ogni anno per il Corpus Domini e, per le strade, rimangono i contorni dei disegni fatti con la vernice bianca tanto da immaginare uno splendore di colori e di petali di fiori. Non sappiamo se questo viene da una tradizione antica o solo dalla fantasia del parroco sopra ricordato, quello del campanile, ma ci sembra troppo bello per essere merito di una persona sola. Attraversiamo il paese non senza aver chiesto indicazioni ad un buon uomo e puntiamo verso nord, verso Briatico, verso San Costantino. Ci fanno compagnia gli alti ulivi, ma il sole, sopra di noi, non trova ostacoli.
Una susina "rubata" (non senza aver chiesto a voce alta e forte a chi forse non c'era) ci da quel pizzico di freschezza che ci consente di stare meglio. Giungiamo a San Costantino. Un curva davanti a noi, ma a sinistra una strada dritta per campi, alcuni rododendri, case nuove, campi dove "riposano" le cipolle ricoperte da uno strame di chissà cosa, recintate doverosamente. Una donna che ci attraversa la strada con un passo svelto ci vorrebbe far andare per la curva a destra, verso Briatico "ma al Campo Sportivo, girate verso sinistra e scenderete sulla Nazionale per girare a sinistra per Zambrone". Franco ci aveva avvisato e, volendo una strada più breve, prendiamo la via dritta davanti a noi.
Per coloro che vorranno fare una corsa sui 18-20 km possono andare per Briatico, noi siamo scesi dal Potame, (si chiama così la zona più che la strada). Alla sinistra una spaccatura del terreno, balze che ricordano Volterra in miniatura e sull'altra collina che si forma aldilà crediamo di vedere le case di Madama. Scendiamo ancora e un bel ponte che permette alla nazionale di scavalcare un torrente in secca ci accoglie. Prendiamo a sinistra e dopo un km di leggera salita ci troviamo alla Stazione di Zambrone e cominciamo a pensare al bagno, alla colazione, al mare che ci aspetta.
L'ultima uscita la facciamo sempre su consiglio del Franco, rivelatosi molto utile.
La facciamo però al contrario di come ce l'aveva consigliata preferendo fare la via Nazionale al mattino presto. Sono 4 km fino a Parghelia, la strada è alta sul mare e questo si intravede ogni tanto fra gli alti alberi dei Villaggi e degli Hotel che costeggiano la strada. L'inizio invece ci permette di vedere il lungomare di Zambrone dall'alto, scoprendo dei tetti rossi fra i pini, dei campi di calcetto, delle piscine. Cerchiamo all'orizzonte Stromboli, ma l'alta pressione non ce lo permette e pensare "che in certe sere" ci diceva Lorenita, simpatica argentina alla reception, "sembra che il sole vada a gettarsi dentro il vulcano". Bello e suggestivo, ma a noi questo è stato negato.
Giunti a Parghelia all'altezza del distributore Esso prendiamo a sinistra e dopo un breve tratto in leggera salita, ci fermiamo a chiedere ad un marocchino con il frullino se la prossima deviazione era quella giusta per Daffinà. Il cartello indicava Zungri, ma andava benissimo per Daffinà. Una strada grande, in salita impegnativa e costante, una panoramica, ci riportava indietro salendo sul monte, due tornanti e dopo 4 o 5 km ci portava a Daffinacello, bel paesetto, moderno, tutto fiori. Attraversato questo, un bivio ci indicava Zungri a sinistra e dopo poco ci troviamo a Daffinà, posizione panoramica su tutto il Golfo, su tutti i colori del mare e del cielo. All'altezza di un bar o un circolo individuato da un grosso tappo reclame della Peroni, ci indicano la scorciatoia consigliata da Franco (altrimenti la strada ci avrebbe portato a San Giovanni e poi a Zambrone di sopra). Prendiamo a sinistra a subito a destra una lunga strada in discesa fra case basse come quelle di Madama, Memorizzare quindi in paese a Daffinà, strada a sinistra con circolo o bar, prendere subito a destra. La strada si stringe, in posizione panoramica, segue le anse delle colline, il caldo si fa sentire, alcune case in costruzione, poi il villaggio e finalmente la ormai conosciuta strada che dal mare porta a Zambrone Superiore. Prendiamo a sinistra e ci tuffiamo verso il mare, verso una doccia fresca, una colazione abbondante, un'ultima giornata di mare, i saluti, gli arrivederci agli amici, ai piatti tipici cucinati dal cuoco calabro-argentino David, un misto fra Maradona e Lavezzi, sotto l'alta regia di Carlo, un ringraziamento a Caterina....
Andrea Bartalesi