Su Facebook ho un "amico". si chiama Patrick Kahoro. Vive a Kjambuu Kenia Centrale.
Mi ha mandato alcune foto. Semplici, per lui, stupende per noi.
Io corro dal 1973, ho corso dove e quando ho potuto, in tutti i luoghi possibili, quando sono andato in ferie, la prima cosa che facevo mettevo le scarpette per prendere contatto con il territorio. Mi dicevo che questo mi faceva capire dov'ero. Ho corso nei parchi "naturiste" dove incontravi gente con la maglietta ma senza le mutande, ho corso nella Paklenica, dove saltavi per evitare le pietre, o lungo la nazionale che in Dalmazia portava a Dubrovnic, o in uno spettacolare parco di Mutte vicino a Pontarlier, fra mucche e recinti, .....
In Kenia non sono mai andato e credo di non andarci. Ormai.
Allora guardate queste foto. Si potrebbe scherzare.. dire tipoo.. Il Trofeo Tre Province keniano, o il comitato Keniano di Podismo....
Ma guardiamoci le foto
belle vero?
Farsi attraversare la strada da zebre e gnu!!!! Oddio a me una volta a Libbiano, una mattina che correvo solo, in un sentiero che costeggiava una macchia...mi attraversarono a precipizio sei o sette mufloni (non feci in tempo a contarli) e una mattina all'alba scendendo da San Martino, sempre solo, una cinghialina sposata di fresco con alcuni figli cinghialini a strisce...ma voltete mettere le zebre?
seriamente viene da riflettere al perchè gli atleti keniani vengono in Europa e fanno il vuoto dietro di loro. Non c'è solo l'altipiano, il poco ossigeno, il fisico che si abitua, non la razza, i fisici magrissimi, ma anche l'impegno costante di un allenamento che non tutti sopportano.
Infatti la differenza fra un fuoriclasse e un atleta di primo piano sta proprio nel fisico di questi che sopporta ancora un piccolo sforzo in più.
Atltri non possono nemmeno avvicinarsi a certi limiti.
Comunque grazie a Patrick ogni tanto sogno di correre in Kenia, come quei
ragqazzi maglietta bianca, uno dietro l'altro, stessa impostazione di corsa, stesso piede di appoggio, stessa ampiezza di falcata, stesso angolo sulla gamba di richiamo.
E questo vuol essere un augurio ai nostri competitivi: forza ragazzi!!!!
Andrea Bartalesi