3^ Lucca marathon
Oggi, non so proprio cosa scrivere, la mia vena letteraria (se così vogliamo chiamarla) si va forse esaurendo, ma non la voglia di correre, anche se oggi indossati i panni di giudice Fidal sarò sul percorso di gara in velocipede per visionare il buon funzionamento della gara. La competizione in questione non può che essere la maratona della città di lucca.
Allora per cominciare dall' inizio e senza tanti fronzoli iniziamo col dire che la partenza avviene così come nelle precedenti edizioni dalle mura urbane della cittadina e questo già è un valore di non poco fascino, la novità è che per un cambio del percorso dovuti al concomitante mercato che si tiene in quel di Capannori si debba risalire su di esse per la parte finale della gara e dopo tanta periferia ripercorrere tre Km di cinta muraria che ti accompagneranno all' arrivo ti faranno recuperare quelle residue energie che pensavi di non avere più.
La gara giunta alla sua 3^ edizione assurge carattere internazionale ( anche se in termini di regolamento non basta avere superato due edizioni per divenire tale, ma questo è un male che riguarda anche altre maratone) vede al via atleti di grande spessore, 725 si sono posizionati al nastro di partenza, contro gli oltre 900 iscritti.
Ludo in grande spolvero
Caterina con la sua grinta
La partenza è fissata per le ore nove, nell' attesa la fanfara dei bersaglieri intrattiene i maratoneti, il pubblico veramente numeroso e i molti partecipanti alla stracittadina. Oggi, per non creare promiscuità tra le due gare, i competitivi vengono divisi dai passeggiatori tramite transenne, anche se molti si sono infilati tra i primi, forse per godere del clima di festa e di euforia che si sprigiona dai maratoneti negli attimi precedenti il via. Qui infatti si assiste a un conciliabolo tra atleti che già si conoscono, lepri che rivedono la loro strategia per giungere sul traguardo al centesimo di secondo e possibilmente insieme.
musica davanti l'Albergo Corallo a Rughi
altro punto musicale
L' ora della pugna si avvicina e a scandire i tempi di avvicinamento alla gara sono il Poli e il Fiaschi, l' aria è alquanto frizzante per non dire fredda, un tempo che mi s'addice, peccato non correre. Alle nove in punto il colpo di pistola dello starter dà il via alla competizione, un armata multicolore e vociferante muove i primi passi verso il fatidico traguardo dei 42 Km e 195 metri che li vedrà protagonisti sotto gli applausi dei molti presenti, passati gli attori principali un' altra valanga di persone si incammina per coprire la distanza di 10 Km della Lucchesina, accompagnati dalle note gioiose dei Bersaglieri.
Dopo avere atteso che scemassero i corridori mi muovo anche io per cominciare la mia maratona, giudice ciclista con appresso la fida macchina fotografica per fermare qualche scatto di questa festa, 700 atleti sembrano pochi ma rimontare su di essi non è una passeggiata, tra un saluto, una chiacchierata coi vari competitori che mi salutano, mi accorgo che non ho ancora incrociato la Caterina, tutti mi dicono che è avanti, riuscirò a raggiungerla verso il 12 Km, un saluto e proseguo, ancora saluti, foto e avanti e indietro facendo la spola tra quelli delle 3 ore e 15 e le 4 ore, tanto non devo scortare nessuno ma verificare che non ci siano mancanze strutturali sul percorso che possano danneggiare gli atleti.
Tutto fila liscio, rifornimenti regolari, spugnaggi come Fidal comanda vari gruppi di stampo rocchettaro dislocati sul percorso per distogliere i maratoneti dalla fatica, folklore anche da parte dei gruppi sportivi che non lesinano incitamenti al passaggio dei loro atleti, ma non solo. Un altro allungo e raggiungo i palloncini delle tre ore e quindici, non ce ne è uno isieme all' altro chi più avanti chi molto indietro tanto da non dare punti di riferimento agli atleti che li seguono, anzi coi loro battibecchi e atteggiamenti non creano quello spirito goliardico per un competizione così difficile.
La nota stonata viene come sempre dal' insofferenza degli automobilisti vera piaga di questa nostra società e nemici giurati di qualsiasi cosa possa intralciare il loro cammino, a niente servono i cartelli che avvisano della chiusura della strada che per ragioni di codice della strada non possono essere affissi con alcuni giorni di anticipo ed allora a farne le spese sono non gli atleti al più infastiditi dall' intolleranza ma gli addetti alla loro sicurezza che si vedono investire degli insulti più disparati ed anche minacciati di mala sorte, non serve neanche avere un tutore dell' ordine nelle vicinanze per calmare i loro bollenti spiriti.
Continuo nel mio peregrinare e nel mio andirivieni, vedo la fatica che si stampa nel volto dei podisti, siamo al 35° Km, molti arrancano ma non demordono, non rimane che incitarli a non mollare, ma questo già lo sanno da soli, comunque credo che un incitamento in più non guasti ed allora insisto. I Km passano, siamo al 38° e ci ria spettano le mura, una curva secca a sinistra e la salitella, questa non ci vorrebbe è un ulteriore fiondata alle gambe già provate ma oramai è quasi fatta, si ricorre in mezzo alla gente ed anche se il ritmo non è più quello che avevamo e volevamo tenere pare di volare. Finalmente il cartello "ultimo Km" oramai è fatta, non resta che chiamare a raccolta le ultime energie, la discesa del caffè delle mura il lungo ed interminabile viale alla cui fine si intravede l' arco dell' arrivo, sempre più grande man mano che ci avviciniamo ed infine eccolo enorme, il suono del chip sul tappetino, lo stop al cronometro ed un occhiata al tabellone segna tempo per verificare quanto si sia andati vicini alla propria prestazione o meno e poi l' agognata medaglia attestante che anche questa volta è fatta.
Scendo dalla bicicletta e proseguo la mia funzione di giudice prendendo l' ordine di arrivo dei maratoneti, dando il cambio a Samantha e Dario, tutto questo fino alle 14:45. 701 gli arrivati contro 725 partenti una media altissima, arrivato l' ultimo atleta è finita anche per me, quasi 7 ore di prestazione molto più faticoso che correre la maratona, almeno per me che non risentirò di dolore alle gambe ma da tutta altra parte del corpo facilmente intuibile.
Mi accorgo in questa ultima parte di avere parlato come se avessi partecipato alla gara ma mi sono immedesimato nei panni del corridore, mi sono lasciato trasportare.
Per tornare alla manifestazione, non ho riscontrato anomalie nella sua gestione e credo che gli organizzatori siano riusciti nonostante la crisi che ci attanaglia a fare le cosiddette nozze coi fichi secchi non gravando le minori entrate sui servizi agli atleti, magari non avessero dovuto modificare il percorso con un ulteriore aggravio sulle spese qualcosina in più poteva essere dato, saranno comunque questi ultimi e solo loro con la loro presenza al prossimo anno ed un passaparola favorevole o no a decretarne il futuro successo o meno, .
Claudio Landucci
°°°°
Un commento particolare, visto da fuori ma con l'interesse del controllo.
Non ho commentato le foto: quelle della maratona si commentano da sole.
Grazie Claudio per questa tua testimonianza particolare.