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DOMENICA A MARINA DI PISA

08/03/2023

a cura di Andrea Bartalesi

23_03_05 MARINA DI PISA

Domenica siamo andati a Marina di Pisa per la marcia organizzata da…..

Pensavamo Marathon Club Pisa, ma quella, se non mi sbaglio viene organizzata in autunno, in concomitanza con Quiesa.

Ma con tutto questo fracasso (dovuto a marce annullate, percorsi che non vengono preparati, non ci si capisce più niente) non avevo percepito che organizzava il gruppo di Cisanello, Trofeo Ospedalieri, quello che lega i chilometri fatti al cuore, agli infartuati, alla salute. Mi sembrava che organizzassero a San Rossore, ma forse si sono spostati perché ci sono orari severi (sempre stati) e diventa poco praticabile per gente che “alle otto è già tardi”.

Era bello anche il territorio oltre Cisanello, argini in odore di Arno, i primi colli che portano in Monte Serra, a Mirteto o alla Verruca. Ricordo la mitica Cento passi a Campo, e di un Cardinale al quale era intestato un edificio. Ci inseguivamo come cani sugli argini, con il respiro che ti faceva tacere, magari ansimare, con qualcuno che, “natudancane” (appunto) ti voleva togliere dalla scia tanto che “…e levati” è frase di queste terre.

Bene, ritiriamo  il cartellino al tavolo Atletica Porcari e ci prepariamo a prendere un sentiero in Pineta. A Claudio casca l’occhio sul piccolo edificio che incorpora davanti la scritta, quasi con sussiego, Latrine, con caratteri del Fascio o meglio vecchi caratteri che ci ricordano il Fascio. Fa parte dei reperti lasciati dalla linea ferroviaria Pisa Livorno che transitava in Pineta, passando anche dentro al Camp Derby. Fu costruita nel ’32 e chiusa nel 1960. A Livorno lo chiamavano “trenino”. A Pisa manco a dirlo “trammino”.

Lo volevano “rimettere” immaginando i personaggi che andavano a Tirrenia al mare o a Livorno per emigrare. Domeniche pomeriggio a farsi una gita in “trammino”. Qualcosa hanno fatto, sistemato le rotaie che erano rimaste lì e il sottobosco ormai considerava sue lasciando i lunghi tralci dei rovi, il terriccio e l’odore dei pini scossi dalle bufere di mare, L’odore è tipico, salmastro e pini, un panino alla mortadella legherebbe il tutto.

Levando le verghe hanno ripristinato il terrapieno e nobilitato con una asfaltatura della quale si sentiva proprio il bisogno. Diritta, liscia, ci puoi andare in bicicletta senza mano. In terra battuta no, boia che scherzi, se caschi ti gratti tutto,

Andiamo verso Tirrenia, ma il nostro tracciatore si è dimenticato del mar Tirreno, C’era già prima del ’32 ma di questi tempi fa delle mareggiate, portando i sassi fino alle case. Meglio evitare. Allora ci spostano verso l’interno nei campi di San Piero in …Campo.

Il tempo non scorre, hai voglia di distrarti dietro a quelli che passano veloci, sei sempre in pineta. Almeno l’aria è buona e ne facciamo una scorpacciata.

Si sperava di passare nel porticciolo dove  scegliere una barca per sognare di andare lontano, magari alla Gorgona o alla Meloria, rossa, la barca, il rosso è un colore rivoluzionario, e con la brezza del mare che ti sgonfia le guance dimenticare le latrine con Benito che usciva fuori abbottonandosi la patta e stringendosi la cintola dei calzoni.

Grazie ragazzi, scherzavo un po’ per togliermi questo freddo di dosso. Grazie per il vostro lavoro e il vostro entusiasmo,

Un saluto

Andrea