CAMBIA IL PERCORSO LUNGO A SAN ROCCO IN TURRITE
Quest'anno arrivati al famoso falsopiano di San Rocco e trovato inopinatamente parcheggio a cinque metri dall'iscrizione, malgrado non fosse prestissimo, già sapevamo di dover affrontare l'avventura di un nuovo tratto di percorso. Infatti delle frecce bianche e già i colori delle maglie di alcuni concorrenti ci avevano attraversato la strada al passo Sella. Certo abbiamo pensato ad una variazione della parte iniziale in quanto ci sembrava impossibile che gli organizzatori avessero rinunciato alla parte centrale spettacolare con il passaggio ai fianchi del Matanna e prima ancora con la visione del mare della Versilia.
Partiti, infatti, ci siamo trovati su un ripido e stretto sentiero che ci portava velocemente verso il passo Sella e da qui una bella strada asfaltata, fra gli alberi, in salita, corribile, ci portava ancora in alto fino alla località Groppa dove alcune case e delle stalle formavano una sorta di alpeggio con odore di pecore e vacche. Da qui il sentiero polveroso, sterrato, segnato dal CAI si inerpicava fra gli alberi, su tratti veramente in forte pendenza. Ma bastava smettere di correre, salutare qualche amico, e subito ci trovavamo in un bel tratto, sempre coperto, dove le acacie lasciavano il posto ai faggi , con rosse radure dove le foglie cadute formavano tappeti tessuti da mani divine.
Ci siamo trovati così sotto la vetta del Piglione e, girandogli intorno, ci siamo trovati vicini al Prana e a guardare sotto di noi la Versilia, la linea del mare, del confine con il mare, laggiù dove la nebbia confondeva il cielo. Subito, non sapendo cosa ci aspettava riprendevamo il cammino, esposti al sole, e questo invece che appesantire il passo, ci rinfrescava in quanto liberi dalla vegetazione venivamo accompagnati dall'aria di questa quota che si aggira intorno ai 1000 metri. Dopo poco ci immettevamo sul vecchio percorso, quindi il passaggio accanto alla "rossa" pietra del Matanna, fino ai prati del Rifugio e poi la discesa per ritornare a San Rocco, con il Campanile di Bucine come segnalibro.
Una bella e dura marcia anche se i km effettivi erano inferiori a quelli dichiarati, ma, considerando il dislivello e le difficoltà, va benissimo così.
Un bravo agli organizzatori per la loro ricerca del nuovo e un grazie a tutti quegli amici sconosciuti che lungo il percorso ci aspettavano accovacciati dietro un costone o ai piedi di una pianta, con il loro pettorale giallo, che con il loro disponibile silenzio ti facevano sentire protetto.
Andrea