Pontetetto ci ha nuovamente portato, per mano, nel salotto lucchese. Prima i sobborghi, le autostrade, tanto per capire che ci roviamo nell'anno indicato dal calendario, Farneta e Meati, ci accompagnano poi nel ritorno all'antico, ai fasti di un territorio delizioso e quasi timido nel mostrare i suoi angoli preziosi.
Ville nascoste da alti muri, siepi di mortellino, alberi, tanto che gli archi delle facciate, ti appaiono come improvvisi lampi di luce. E come lampi di luce passano podsiti di alto livello, con la loro corsa leggera
Poi, quando credi che la corsa sia un continuo rincorrersi fra strette strade e visioni improvvise, arrivano le deviazioni che ci mandano in alto, ci portano a vedere sotto di noi il susseguirsi di abitazioni che portano alla cinta alberata di Lucca. Case che ci accolgono con indifferenza, come se i proprietari sia un po' seccati da questa breve notorietà, quasi che il loro limitare con il bosco, sia voluto per rifugiarsi dopo una vita spesa in chiacchiere, siano politiche che commerciali.
E l'alto campanile di Pozzuolo sembra messo a cavalcioni del crinale per essere ammirato da tutto il territorio, muretti con la merlatura pari che indicava che qui ci si trovava in territorio guelfo e che non era più territorio ghibellino (Pisa) con i suoi merli a coda di rondine.
E il santuario di San Cerbone che fu di frati e ora mi parlano di "suorine". Purtroppo il territorio e il tempo hanno reso pericoloso il sentiero che ci portava a scendere al Convento e scendiamo dalla cava, ma si può sempre andare per una visita e un'Ave Maria.
Così ci ritroviamo in un nuovo percorso che ci riporta alla partenza, con un lungo tratto sugli argini dell'Ozzeri, nudi, liberi e ventosi, freddi, ma molto belli.
Un arrivo con fettunta e questo è già un punto a favore.
Come a favore dobbiamo ricordare i sentieri molto belli, fra gli ulivi, boschi, con violette e fiori bianchi panna che gradiscono l'ombra
Devo registrare un punto anche a sfavore: il premio di partecipazione. La bottiglia di vino. Senza entrare nel merito del produttore, vorrei ricordare che il movimento podistico ha lottato per anni contro la classica bottiglia di vino e la medaglietta con l'effige della Vittoria alata. Ci aiutò allora lo scandalo al metanolo. Oggi in molti tornando alla bottiglia del vino: troppo semplice e troppo facile...camioncino...consegna...finito contiamo il rimanente, sottrazione, si paga, finito. Resta poi a vedere che fine faranno le bottiglie di vino. Escursionisti Lucchesi, vuoi seite stati sempre un gruppo da seguire e dal quale prendere insegnamenti. In questo non vi seguo.
Andrea Bartalesi