Ecco le foto che Ugo ci manda da Lammari. La marcia di questo gruppo richiama nel nome le "redole". Queste stradicciole fra i campi, il più delle volte erbose, con le chiocche dei pioppi a limitarne gli argini, sono le illustri sconosciute per chi viene da fuori. Mi sono trovato a passeggiare con due marciatrici pisane e non conoscevano le redole e nemmeno le "mandolate". Ecco che allora la marcia è occasione per tuffarsi nelle tradizioni locali, per conoscere e parlare delle abitudini dei vecchi contadini, del fienile che aveva bisogno per mantenere il fieno nelle migliori condizioni che fosse aereato e allo stesso tempo asciutto. E dalla mandolata entrava l'aria non risentando di eventuali venti impetuosi.
Sappiamo che fra i percorsi quello lungo è quello incaricato di far vedere ai podisti le cose più interessanti, mentre gli altri devono restare nei pressi di questo centro in pianura che si allarga e dilata introno alla sua imponente e importante chiesa. Quindi sia io che Ugo non abbiamo avuto modo di vedere molto. C'è la bellissima Pieve romanica di San Cristoforo che ieri mattina quasi si faceva minuta e modesta nel grigiore del tempo e del cielo (infatti Ugo non l'ha fotografata). Canalette d'acqua che scorrevano rumoreggiando ai fianchi delle strade e per noi del percorso medio, un vivaio a San Colombano. Poi, per chi si è attardato lungo i sentieri, anche l'acqua ha voluto far la sua apparita per bagnarci al momento del rientro e del cambio degli abiti.
L'organizzazione come sempre impeccabile e mentre i vecchi marpioni ti salutavano alla voce, dolci ragazze del gruppo femminile ti indirizzavano con badierine graziose lungo i percorsi. Panini all'arrivo curati dal re degli affettati Leonardi di Grazia, detto Leo.
complimenti Ugo per le belle foto
Andrea Bartalesi