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GALLICANO SENZA FAUSTO, CON EBURCIANI

09/06/2009

a cura di Andrea Bartalesi

GALLICANO - 7/06/09

Visto che Fausto ha chiesto una feria (il battesimo della nipotina lo chiamava in altri e ben più importanti luoghi) e che nessuno ha mandato né foto né articoli, scrivo io un piccolo commento a questa corsa dello Zappello che è entrata ormai nelle tradizioni podistiche lucchesi e non solo. Ero curioso di fare il percorso della lunga (km 18) visto che era stato modificato lo scorso anno e io per motivi contingenti non avevo potuto fare.
Così mi sono ritrovato a Calomini passando da un sentiero montano fra castagni sempre più in alto di noi, fra giravolte nel bosco e uomini al passo, Al paese si arrivava leggermente più in basso rispetto al vecchio sentiero mitico che saliva dall'Eremo. Arrivato al ristoro e sbirciato verso l'incombente Pania Secca, che, solo in parte, dava dimostrazione di se fra le basse nuvolaglie della mattina, la gentilezza di una ragazzina al ristoro mi fa sovvenire su questi piccoli paesi, quasi bolle d'aria in un universo molte volte sgraziato, menefreghista, moderno. Al bivio l'amico di Gallicano che conosco e saluto da una vita pur non sapendo come si chiama, se fa il fabbro o il dentista, mi indica un altro paese che si staglia sulla destra, in alto, contro il cielo: Brucciano. Percorro la salita asfaltata, bella, dove finalmente le gambe cercano una loro parvenza armonica di corsa. Sopra il paese, si vede la chiesa parrocchiale protetta da San Sisto. Questo piccolo paese che sfioriamo in basso e sulla destra, viene da pensare che prenda il nome dai fuochi, magari di vecchie carbonaie, così da farlo indicare dagli altri paesi come "bruciano" che in garfagnino avrebbe suonato "brugiano". Niente di tutto questo: il nome deriva da un colono romano che era venuto quassù, su questo appezzamento di terra, a farci un fondo agricolo. Questo signor Eburciani forse aveva meritato questo premio per i servigi recati all'impero. Brucciano fra l'altro venne rammentato in carte notarili nel 1275 quando un Bernardo del fu Orlandino da Porcari (proprio così) lasciò beni alla sorella Marina monaca nell'Eremo di S.Andrea di Cascio. Terra religiosa, qui non era difficile fare penitenza, avere pensieri mistici aiutati nello sforzo di salire su ripidi sentieri e dallo scarso mangiare. Le visioni ti illudevano di essere in presenza dei Santi o di Nostro Signore.
Ma ritorniamo alla corsa, senza divagare, come io ho fatto domenica che, solo, non ho visto la rossa freccia che indicava un sentiero in discesa e così mi sono trovato un km oltre, ad un bivio sulla bella strada asfaltata che porta a Molazzana o a Montaltissimo sulla via di Castelnuovo. Ovviamente Montaltissimo è un grazioso paesetto, niente a che vedere con lo scuro monte delle Alpi Apuane.
Tornando indietro, attraverso le Case di Regolo per prendere la giusta via, guardo sotto di me il paese di Calomini, i cui rossi tetti si inseriscono fra le tante piante, nel verde dei boschi. E proprio a Calomini si risale dopo essere scesi velocemente in una bella valle. Ancora un ristoro nel borgo, un'occhiata al Forato che si stacca nitido (il buco) contro un nuvola grigio chiara e poi scendiamo per il vecchio sentiero che conduce all'Eremo, un sentiero ampliato, pulito, curato che ci porta ad un ristorante in quota con la chiesa. Da qui si scende sulla strada e da questa sulla provinciale per Trombacco e Fornovolasco. Un ponte antico, anch'esso restaurato e consolidato, ci fa scavalcare la Turrite e il bel sentiero a costeggiare il torrente, sempre quello, sempre stupendo, lo conosciamo bene.
I sali scendi sono un buon allenamento per gambe che cominciano ad essere stanche, ma ormai c'è da stringere i denti e scendere velocemente al posto di ritrovo. Bel percorso, amici di Gallicano, veramente bello, e qualcuno lo paragonava, in durezza, a tutti quelli che, negli anni, ci avete preparato. Non so se sia il più duro, ma certamente ci avete mandato in sentieri per me sconosciuti.
Certo resto con la voglia di rifare quello mitico che da Calomini ci portava a Vergemoli, discesa a strapiombo al lago di Trombacco e ritorno a Gallicano. Chissà.
Andrea Bartalesi

(Brucciano con la chiesa parrocchiale dedicata a San Sisto)