Ieri anello da Malocchio. Con Claudio, partiti da Pescia, zona Ospedale, siamo saliti verso Uzzano, una pendenza che ti invita a camminare, ti scalda, il sole ti fa le feste, ti illumina, come un cane che ti vuol bene ed era un po' che non ti vedeva, anche noioso (non sempre i sentimenti dei cani coincidono con quelli dell'uomo). Poi giri a sinistra per Uzzano, l'ombra, e la salita si fa seria, il Borgo ti guarda dai mille occhi di un palazzo vuoto, finestre nere, come un gigante restaurato, ma immobile.
Giri ancora a destra e sali per i Pianacci, terra di Sandro Ferretti, ci alziamo e vediamo spuntare i campanili da sotto, la Costa, Stigliano, poi la piana e Montecarlo, nero come si conviene a un vecchio castello pieno di storia.
Abbiamo trovato il bivio di domenica scorsa e confermiamo che c'è bisogno di un cartello più grande. Facciamo a ritroso il percorso di domenica e ci confermiamo che non vedi le stesse cose, andando in un verso o nell'altro.Arriviamo a Malocchio, troviamo il cartello ma non un cane che scodinzoli, nè una chiesa che raccolga delle case sparse. Malocchio ci appare come un malocchio. Verde, quello si, un incorcio di strade che indica niente. Solo la sterrata che ha un cartello Via Malocchio. (forse per scacciarlo?).
Prendiamo a sinistra per Pescia, ci raggiungono dei ciclisti, ci danno informazioni ed infatti dopo una curva ecco la chiesetta che cercavo, dietro un piccolo cimitero. Si potrebbe disquisire, dietro i Ristorante Da Valentino. Incontrimo il percorso di 24 km del Ferretti, potremmo andare verso macchino, ma ci andremo un'altra volta.
Scendiamo verso Pescia, prima un tratto di falsopiano per poi negli ultimi 5 km scende come uno scivolino dei parchi per bambini, ripidamente con firavolte.
Oltre la valle del Pescia vediamo Monte a Pescia e una strada che sale che ci incuriosisce, giunti alla macchina decidiamo di andare a vedere da dove pare le mulattiera che sale da Palmira (Ristorante di Monte a Pescia). Ci verremo.
Un bar per una Coca fresca e via alla macchina. Oltre 19 km percorsi in ora decente e possibile. Ce ne torniamo a casa, sereni.
Andrea Bartalesi