Alle 7 ci troviamo alla chiesa di Saltocchio.
Arrivano delle macchine, scendono uomini e donne "mascherati", qualcuno sente che l'aria del Serchio (vicino) è frizzante e quasi si va a mettere un pullover (dall'inglese pull over "tira sopra" letterale). Facce che ritornano dal tempo, amici come Roberto e Anna dal Borgo a Buggiano. Aurelio del Magazzino, un altro Roberto, Armando e Cristina, il parcheggio si colora. Un manifesto al muro "Fulceri Francesco, maestro elementare"morto, lunedì i funerali. Il Fulceri era, nel 1960, con me al Collegio Cavanis, a fare il prefetto, io studiavo, lui aspettava un posto. Non lo avevo più visto, nè sentito rammentare, forse qualcuno mi aveva detto che lavorava alla Direzione Scolastica. Me lo trovo davanti al termine del suo cammino. Faccio in tempo a mandargli un buon viaggio, un ciao sorpreso.
Arriva Daniele, ci fa le raccomandazioni, ci dice di tenere la mascherina fino a che saremo insieme, ci informa che andremo a Ciciana e altre cose.
Partiamo verso le ville, la Oliva con il suo recinto altissimo, dentro ci conserva tutta la sua storia, gli alberi, le serre. Villa Reale non è da meno. Guarda! c'è anche Ruggero Taddeucci!!
Si avvicina Daniele, è felice che io ci sia. Mi chiede di Gino. Ha paura che i presidenti non vengano a questi appuntamenti che lui organizza alla buona perchè così facendo darebbero ufficialità a qualcosa di nuovo, di alternativo ai Trofei. Gli assicuro che io non credo sia per quello. Poi c'è il Taddeucci, grande condottiero dei Marliesi.
Andiamo alla Specola, ma i podisti fanno festa a una grossa pianta di fichi d'India con frutti maturi, scendiamo alla botteghina dei panini al salame e saliamo a Ciciana. Ecco, a questi appuntamenti allenamenti informali manca tanto un panino al salame!!!!
Mi butto in discesa verso Palmata. Alla casa, un gattaio: una gatta e coppie di gattini, due tigrati, due cenere, stanno a coppie. Mi chiedo, sapranno di essere fratelli o si sentiranno uniti dal colore? chiederò a chi i gatti li ama.
Saluto la compagnia (li avevo avvertiti) e devio verso la strada per l'Angelo, aumento il ritmo tanto per arrivare a ora decente. Quassù, verso Tramonte, è sempre un bel venire. sull'incrocio per il Convento, accanto all'altarino della Madonna, un tabellone con il cesto da basket. Non ci avevo mai fatto caso. Buffo, su un incrocio fra tre strade, un cesto da pallacanestro. Non ci sono case vicine, i più vicini "erano" i Padri Passionisti". Ora più nemmeno loro, ma un'associazione (mi dicono) svizzera di musica.
"Me ne frego, minchione" (rievocazione storica che sa di olio di ricino) e vado avanti. Il bianco del Convento fra le acacie, come colpi di luce, un campanile fa da punto di riferimento, in basso l'azzurro-verde del Serchio. Il venticello frizzante ha tolto le foschie, si vede, si fa per dire, un tedesco accanto ai lecci sulla Torrre Guinigi.
Prendo il solco, stando attento, e vengo in basso, i muretti sulle giravolte, di mattoni, qualcuno ha pulito le arzanelle (dal vocabolairo fermano: Arzanella = zanella piccola fossa di scolo ai lati di una strada) che traversano il sentiero, forse ha paura di qualche roveschio d'acqua che porti tutto a valle.
Scendo alla Centrale, mi dico che è stato bello, vado in centro a Ponte a Moriano, cerco le piccole frecce rosse che vengono da Palmata, le seguo e arrivo a Saltocchio. Poco più di 16 km.
Mando un messaggio a Daniele, "arrivato, grazie". Se lo merita. E domenica andremo a Marginone.
Andrea Bartalesi
alcune foto di Lisena, presete come sempre, inossidabile,
ecco Daniele con il foglio di comando
Grazie Lisena