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IL BELLO DELLA MARCIA DI CASTELFRANCO di Andrea

08/10/2018

a cura di Andrea Bartalesi

La marcia di Castelfranco, classica, che da una vita ci aspetta la prima domenica di ottobre, con gli amici Castelfranchesi schierati a salutarci, è una di quelle marce che vogliono meravigliarti. Lo scorso anno ci pensarono i bofonchi ad alterarne lo svolgimento, con il Monti Riccardo a portarci su nuovi tracciati per ritornare sui vecchi.

Quest'anno una nebbiolina ci ha accompagnati nelle Cerbaie, ci ha portato in giro e, siccome la nebbia dà l'effetto ovatta, ci ha dato la sensazione di essere protetti dagli urti, dagli inconvenienti. Quindi abbiamo camminato o corso su sentieri in quel meraviglioso e naturale parco che risponde al nome delle Cerbaie.

Ci siamo lasciati condurre, stando attenti di non entrare nelle improvvise pozzanghere, fra erica che colorava, birichina, i colori seri e preziosi dell'autunno.

Foglie come d'oro che ingialliscono aspettando la ventata fatale che le farà precipitare, ma delicatamente, quasi come con un paracadute, sul terreno sottostante.

Un silenzio che ti accompagna e sentiresti respirare un cerbiatto se questi non trattenesse il fiato, o il battito d'ali di un gufo che si è svegliato di soprassalto su di un ramo ed è già giorno fatto.

C'è attenzione, generosità e amicizia ai ristori che, vista la mancanza assoluta di persone, di case, di animali, lungo il percorso, verrebbe voglia di abbracciarli, quegli uomini imbiancati nel tempo, come ricordi di un periodo bellissimo passato, proprio come amici ritrovati, come esemplari di uomini che il nostro animo bambino riteneva ormai genere estinto.

E Gabriele, che mi accompagna, un virgilio silenzioso, a un certo punto dice: Mi è venuta a noia questa solitudine...

Mi sembra che esista un proverbio o comunque una frase spesso ripetuta dai nostri vecchi: "Viene a noia anche il benestare!!!!"

Poi, passata la strada, saliti a Montefalcone, i partecipanti ai percorsi medi e corti, hanno movimentato i sentieri e allora... tutto è ritornato "mondo" con i suoi rumori, con i ragazzi con i telefonini, con i racconti delle donne dei loro dolori, le auto che sfrecciano sul lungo vialone...ma i due leoni a Montefalcone, loro, vecchi e corrosi, lo sanno: non è quella la vera vita e se ne stanno accucciati sul piedistallo e i loro occhi sono mansueti...non sono più leoni.

Vediamoci due foto che ho scattato.

 

stamani sono uscito così, luce dei lampioni a forare la nebbia e rivestire tutto di una schiuma di nero caffè

ma, partiti da Castelfranco, subito due amici di Agliana, Mario specialmente, che dette voce a un saluto imperdibile alla Gare di Nord, a Parigi nel 1985...ma questi erano altri tempi

Gabriele mi precede

la nebbia che ci protegge

un ristoro nel parco

l'iperico mostra il giallo benefattore dei suoi fiori

 

l'obiettivo, affascinato dall'erica, non sa quale mettere a fuoco

le felci mostrano l'autunno prima di tutte le piante

come il terreno argilloso trattiene le poche piogge e le mette in cornice.

Grazie della vostra pazienza

Andrea Bartalesi