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IL GIRO DEI COLLI TERMALI foto di Andrea

08/04/2015

a cura di Andrea Bartalesi

BAGNI DI LUCCA 2015

GIRO DEI COLLI TERMALI

 

IL VENTO AVEVA ACCAREZZATO LA NEVE

 

Ancora una volta su questi colli a rincorrere la nostra curiosità, la gioia del ritrovare le nostre stanche gambe che non mollano e vogliono andare. Un Giro che ci porta in Controneria, continuando l'alternanza alla quale gli amici di Bagni di Lucca ci hanno abituato. E stamani l'evento, perché il Giro è ogni anno un evento, si sovrappone alla Pasquetta che per noi lucchesi è il Pellegrino. Il giorno che ricorda l'andare in cerca di qualcosa di nuovo o il ritrovare il vecchio o l'antico, andare per borghi e genti desuete, il ritrovare un caminetto che sparge dai comignoli fumanti l'odore del legno bruciato, una porta che mostra nel fondo buio della stanza ombre di cose che non ricordavamo più e sulla mensola della finestra statuette di gesso dei locali laboratori, forse chiusi da anni, dove si facevano i personaggi di stucco dei presepi.

Ritroviamo i luoghi che hanno segnato i nostri anni podistici, i ricordi tornano a rinnovare il nostro passato, i campanili, sempre al loro posto, ci sorprendono ancora, come quello di Pieve di Controne che spunta sopra gli alberi sull'alto del colle o la terrazza di Vetteglia, dove un abbraccio festoso fra due donne si incastona come un rubino, nella bellezza del luogo, con lo splendente Prato Fiorito oltre la valle, il ricamo dell'Appennino innevato alla fine dell'orizzonte. Pavesini che con la loro conformazione a barca favoriscono il placido posarsi di un dolce miele, roba da intenditori, da golosi, da ghiotti incalliti e instancabili come me.

Un uomo con il motocoltivatore raccoglie i cocci dei marsigliesi, coppi e tegole che il vento di un mese fa aveva fatto volare dai tetti, da tutti i tetti, da quelli delle chiese, più ampi, ancora di più. A Pieve di Controne intorno alla chiesa immagini che sembravano ricordare un terremoto, a San Gimignano già i ponteggi dei muratori all'opera, e noi andavamo meravigliati e additavamo i boschi arruffati da alberi caduti con le loro radici all'aria, alberi spogli, dai rami nudi che non avevano quindi dato ostacolo con le loro chiome, il vento aveva divelto questi scheletri in attesa di rivivere con le loro gemme, li aveva piegati, verso ogni dove, un mulinello, una forza bruta verso la natura. Il vento contro gli alberi, la natura contro la natura.

E i podisti trovavano una tristezza in fondo al cuore e ripetevano “povera gente...” pensando ai sacrifici economici, di fatica, sentendo motoseghe che tagliavano tronchi che trovavamo poi in cataste sulle strade vicine. In questi boschi dobbiamo sentire il picchio che batte velocemente il becco sulle cortecce dove si sono insinuati gli insetti, non rumori di motoseghe petulanti!!!

Ma questa gente non è povera. Questa gente dai volti che sembrano intagliati nel castagno, hanno la convinzione di dover lottare contro gli elementi della natura, non sono riparati in comode case, in piazze e strade cittadine, sanno che qui la natura è genuina, non modificata, qui il vento non ha ostacoli, il freddo è quello che aveva scavato i volti dei loro nonni, le selve vanno rispettate e riappropriate dopo ogni evento sciagurato. Le chiese sono non solo il loro luogo di culto, dove pregare un dio che a volte sembra tremendo con loro, ma anche il posto dove incontrare gli altri, diventare comunità. E' il luogo dove la festa ricorrente si mostra e si ricorda e si vive.

Gente fortunata questa, forse senza saperlo, dove ancora l'uomo e la donna vivono per formare una casa, dove il caminetto è ancora un punto di incontro e di chiacchiere.

Percorso nuovo per portare a “norma” la lunghezza del tracciato, con il ritorno a San Gimignano da un tratto a doppio senso di marcia che Graziano ha provveduto a segnalare. Il forno che ci propone spicchi di pizza, poi Mobbiano, Longoio, la polla, il crinale del monte Calvario, che non ha niente in comune con il Calvario di questi giorni di Pasqua, ma prati verdi e la visione di due valli, la discesa verso il piccolo romitorio della Madonna della Serra e dopo un breve tratto di bosco da percorrere con attenzione, la Chiesetta degli Alpini con il loro ristoro. Meraviglia il nostro non trovare la ex-lavatrice che serviva per trasformare le castagne in “bruciate”. Chiedo conferma: quest'anno non c'erano le castagne, cosa potevamo usare....

Allora ci purifichiamo alle Terme con un bicchiere di acqua calda, alla nostra paura di effetti imprevisti, la sorridente e gentile ragazza che da una pentola con un ramaiolo riempe i bicchieri, ci assicura e il sapore è anche buono.

Scendiamo verso l'arrivo, verso la Renza e le sue donne, il ristoro. Una fetta di pane ottimo, mentre parlo con Graziano che vuol sapere se tutto era come doveva andare, cosa avevo scoperto di nuovo quest'anno ed io...tutto perfetto...bravi...solo un venticello freddo...e lui...sai il vento aveva accarezzato la neve.

Andrea Bartalesi 

 

 

 

Ecco le foto di ieri mattina a Bagni di Lucca.

su quella panchina ognuno avrebbe potuto sedersi con la persona che in quel momento avrebbe voluto con sé

la bellezza del Prato Fiorito visto da Vetteglia

 

 

Questo è tutto. Ma ci sarebbe stato molto altro da scrivere e da fotografare

Andrea Bartalesi