Per una strana coincidenza ho scritto la storia dello Sgughi. Niente di particolare, ma volevo lasciare traccia di questo personaggio porcarese, che da campione si trasformò in un uomo che bazzicava la malavita di piccolo cabotaggio e, siccome aveva nell'indole la volontà di essere SEMPRE IL NUMERO UNO, andò a finire male. Morto nel 1987 in modo strano, troppo difficile per sembrare un suicidio, troppo difficile per sembrare un omicidio, ha lasciato una scia di ricordi. Questi ricordi di persone alle quali ho chiesto di parlarmente, intrecciati fra loro, danno uno spaccato della vita di un paese italiano, negli anni cinquanta, gli anni dello stupore, del desiderio, sembre in bianco e nero.
Ma non voglio anticipare niente.
Pubblicherò questo libretto a puntate. Chi, scrivendo, non desidera pubblicare un suo scritto a puntate su un quotidiano nazionale? E io avendo a disposizione questo sito, inoperoso ancora a causa coronavirus, ne approfitto sperando di fare una buona cosa e di farvi passare qualche minuto tuffandovi nell'atmosfera "pastisse", opaca, ma mai torbida, di anni che abbiamo vissuto e che muovono la nostra curiosità.
Andrea Bartalesi
