Home  -   Chi Siamo  -   Cronache  -   Calendario Corse  -   Porcari Corre  -   News & Eventi  -   Il Medico Risponde  -   Tabelle Allenamento  -   Spazio Video  -   Contattaci
Home   -  Cronache   -  Cronaca

IL QUERCIONE - Terza puntata

05/10/2020

a cura di Andrea Bartalesi

Ecco la terza punta de IL QUERCIONE

 

°°

Nonzia trasse un lungo, lunghissimo sospiro e anche una lacrima, celeste come il cielo, quando il cielo è proprio celeste, le spuntò fra le ciglia dell'occhio sinistro. Quasi come linfa da un rametto di pesco troncato, una parte dell'essenza che fuoriesce a testimonianza di una vitalità presente o di un sentimento in un essere che dovrebbe essere insensibile.

Ma la sua origine napoletana, passionale, fantasiosa, spontanea, mescolata alla proverbiale misurata parsimonia dei lucchesi, per i quali una parola è poca e due sono uno spreco, avevano forgiato in lei un'anima color cenere tenero, come le penne delle tortore che tubano sia sull’Epomeo ischitano che nel colle lucchese, su verso la Chiesa antica dedicata a Martino a poche centinaia di metri dal quercione.
Si sentiva liberata: quante volte aveva pensato di parlare, di raccontare, ma il fare del bene non è nell'essenza stessa della strega. Lei non era una befana, per mille diavoli ma una strega! E allora, se era una strega, perché voleva bene a Angiolina, se voler bene vuol dire amare e l'amore è negato a streghe, agli streghi, ai gatti neri dalla malasorte…

 


A questo punto del ragionamento sopravveniva la fatalità napoletana: quel che sarà, sarà

“Ora capisci Angiolina..

A proposito il sacrestano non ci disse come ti chiamavi e così facemmo una gara per poterti dare il nome.

E vinsi io, con una mossa astuta e assolutamente scorretta, ma ci tenevo troppo a metterti il nome di mia madre, Angiolina e che in casa tutti chiamavamo Angiò e poi che bel nome per una strega!
Non hai molto tempo da perdere se vuoi provare a tornare nel tuo mondo, tornare ad amare, a soffrire per tutte le persone alle quali vorrai bene, piangere di gioia e di dolore, ridere, correre per i prati e guardare il sole, cogliere i fiori, inciampare e sbucciarti un ginocchio. Devi sbrigarti, il tempo stringe, devi trovare un ragazzo, lo devi baciare, anzi ti devi far baciare e con amore, ma questo non è difficile, perché i tuoi occhi sono dolci, teneroni che solo a guardarti uno ti ama assai.

Ma il tempo passa come è passata questa notte di storia e confessioni; questa notte che mi lascia tutta rattrappita, invecchiata di cent'anni. Vai Angiolina, non ti curar di me, di noi che ti siamo compagne di sventure, che ... per me non sarà più la stessa cosa, non avrò più un motivo per correre su questo grande albero e se lo farò, come lo farò, sarà perché così facendo ti ricorderò, sarò ancora con te.”
“Ma come, così d'un tratto, mi butti tutta la mia storia, tutta la mia vita addosso, mi soffochi di fatti, di nomi, di luoghi.

Mi riempi la testa di noci e di querce, di sacrestani e di streghi. Mi butti negli occhi una famiglia, mi dici che mio padre si chiamava Nanni e me lo fai immaginare, quasi vedere. Fai balenare davanti a me una casa dove io sono nata, un paese, genti antiche, una mamma, una culla, un uscio, un campanile che non suona. Mi riempi il grembo di cose che io ho sempre cercato e da sempre ho domandato. E poi?
E poi mi dici di far presto, di trovare un uomo e quest’uomo mi deve baciare (figurati!) e non basta: mi deve baciare con amore.

Perché il tempo passa e non ne rimane di tempo, tutto va fatto subito, di corsa. E di corsa dovrei abbandonare te, tutte le amiche streghe che fino ad oggi mi hanno cresciuto, quasi allevato, mi hanno consigliato, mi hanno consolato quando piangevo e tu sai quanto ho pianto da piccola.

Ecco quello che mi stai dicendo Nonzia. Ma ti rendi conto di quel che dici? E poi tutto d’un tratto tornare donna, ma non so leggere i libri e scrivere sui quaderni, non so pettinarmi, guardare… non…. No, è impossibile!”
“Angiolina corri, corri non ti fermare, il tempo è tiranno assai, corri dai fai presto.” Svegliati, svegliati è tardi, Angiolina sbrigati lo sai che ore sono? Devi andare a lavorare. Lo sai che non puoi far tardi, devi lavarti, vestirti e poi devi andare a piedi e fare tutti questi giri lunghi fra i boschi, passare dai campi, altrimenti ti prendono i tedeschi…

 

Andrea Bartalesi

la quarta puntata il 12 ottobre