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IL SADISMO DI MOLINO D'EGOLA

18/05/2015

a cura di Andrea Bartalesi

MOLINO D'EGOLA

Spostare la marcia dai primi di dicembre a metà maggio porta diverse novità: la prima più importante la sontuosa bruschetta con il relativo falò per prepararla è stata abolita. E ne abbiamo sentito la mancanza. Seconda: il percorso è stato cambiato e pur girando negli stessi boschi ci siamo accorti che era tracciato per non darci tregua, tratti di andata e ritorno, sempre in salita e discesa e vedendo le frecce con la R già quando discendevamo pensavamo a quando si sarebbe dovuto risalire. Ci sembrava un gesto sadico. Sono arrivato (io) piuttosto finito. Ho corso dove potevo e camminato in salita, ma avevo nelle gambe le fatiche del sabato a Lappato.

Vorrei però soffermarmi sul verde brillante e sul rosso violaceo brillante della solla. Sui profumi e sui canti degli uccelli. Per una volta il chiacchierare dei podisti mi dava noia. Sembrava un velo fra la natura e me, la contaminazione dei suoni. Una chiesa ci appariva dopo un ristoro, nel verde, fra i rami di fiori bianchi profumati, il sudore mi bagnava il volto e scattare le foto sul touch era quasi impossibile.

Ma fatti i 20 km, stanco, ero però felicissimo e mi viene da ringraziare gli organizzatori per il loro impegno (anche sadico) e quella famiglia che ogni anno ci permette un parcheggio comodo e addirittura quest'anno aveva perfino tagliato l'erba. Non so come si chiamano ma un grazie arriva sempre.

Andrea Bartalesi