KIRA
Kira era una canina. Di razza setter inglese, con la vocazione alla caccia. Sembrava sorridere, quando ti vedeva, muoveva la coda e ti veniva ad annusare le scarpe. Magari si aspettava una carezza sulla testa. Era giovane ancora e sembrava non sapesse abbaiare, il suo conterraneo Dark, così diffidente, che prima ti abbaia e poi si avvicina, tipo metterti in guardia, non deve averci mai parlato seriamente.
Il veterinario che l’ha curata nelle ultime ore, ha parlato di veleno, ma ha aggiunto che nemmeno voleva sentir parlare che qualcuno le avesse tirato una polpetta. Impossibile trovare un uomo (o una donna, aggiungo io) che possa avere un cuore di pietra da avvelenare un cane. Se lo dice lui, veterinario…
Ma Kira da giorni era in calore, troppo giovane per una maternità, portava un ridicolo pannolone, non usciva di casa se non per arrivare al cancello del cortile, non era nemmeno andata in giro con Angelo, per una sgambata. Mi dicono che molti cani muoiono avvelenati quando vengono portati a caccia, ultimamente due cani morti a Nello e Luigi del Lupo. Se in una zona il padrone non vuole le caccia, ecco che sparge polpette nei campi. Anche questi sono uomini. Addirittura i “verdi” o che si definiscono tali, per il volare di un fagiano, spargono morte per i cani.
Possono bere di tutto i cani, quando sono eccitati dalla caccia, ma prima di cacciare vengono vaccinati contro i liquidi strani.
A Gei, dove abitava Kira, tutti amano i cani. In tutte le case ce ne sono. Semmai è il periodo che “porta male”: negli anni sotto Natale morì Pippo, mascotte dell’Atletica, schiacciato sulla strada, e non è stato il solo.
“Nemmeno voglio avere il dubbio che sia stata avvelenata di proposito…” dice il Veterinario, ma ieri un uomo ha ucciso il figlio di sette anni. Come si può immaginare una cosa simile?
Ci vorrebbe Agata Christie. O forse, come il Veterinario, rifiutare l’idea che possa esistere un umano che uccide un cane che ancora non sa abbaiare..
Andrea