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LA CORSA DI GUZZANELLO foto di Loredana

24/06/2013

a cura di Loredana Barsotti

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Eccoci a Guzzanello, località sopra Partigliano, un campo sportivo, piccolo, un ristorante piccolo, tanti boschi grandi, una chiesetta romanica dove d'Agosto si onora la Madonna della Neve, Una volta ogni anno la marcia podistica che porta tanta gente in questi luoghi. Loredana abita a Valdottavo, corre e fotografa quindi cose di casa, intime, che conosce bene. Quindi non perdiamo tempo e andiamo a vedere gli scatti che ha fatto.

ecoci al ritrovo

gli addetti preparano i sacchetti premio

 

le maglie dell'Atletica Porcari animano il verde dei boschi

vecchie tane, spavantan anche le volpi

i podisti sorridenti in cammino

ogni croce è un ricordo, un fatto avvenuto, lieto ma più spesso triste

dietro ogni curva gli scenari si aprono come ventagli

e i fiori rallegrano il tuo sentiero

vecchi lavatoi mostrano le loro geometrie, dietro le foglie, se uno ascolta, è rimasto il battere dei panni sulle pietre, il chiacchiericcio delle donne che confidavano i loro falsi segreti alle vicine

questo signore mi ricorda Papa Francesco (gli smiglia pure). Forse era a Guzzanello quando non è andato alla riunione da lui gudicata troppo mondana?

questa rosa invece mi porta ai poeti, alle loro fissazioni, ai loro sogni, alle loro visioni.

Ieri sera Vecchioni a Porcari raccontava che l'amore ti può prendere a ogni età. Certo. E gli amori ti solcano l'animo. Certo.

Come ogni rosa è un capolavoro della natura.Certo. Come l'amore è un capolavoro di Dio

strani personaggi si travestono per essere conformi ai dettam del'igiene

l'ombrelo parapioggia serve per la pace o per il sole?

Vi siete mai chiesti quante cose nascondono vecchie mura di una casa che a volte incontriamo, quasi per caso, sul nostro cammino?

Sorrisi di bimbi, sogni di bimbe, vecchi uomni con la pipa che aspettavano spiovesse, madri che partorivano urlando, vagiti di bimbi appena nati, risate felici al tavolo, allo stesso tavolo il dispiacere di alzarsi con la fame...

Ogni casa ha in se un romanzo e quando le mura cadranno il romanzo se ne andrà come è venuto, nell'indifferenza di tutti.

chiese come castelli, come miraggi, dove una volta i preti raccoglievano i corpi e gli animi dei parrocchiani, dove il prete era sempre un po' pastore e un po' padre, dove si cercava di pianificare, di far tornare la quiete, dove si rimediava alla discordia delle famgilie o nelle famiglie.

Ora il prete è un precario, un lavoratore a termine, se non gli piace la canoninca o qualcuno gli mette il muso prende e se ne va.

Forse dovrebbero prendere un pastore con il suo cane e fare una parrocchia di molti preti. Almeno il pastore lo fa per mestiere e non per vocazione.

 Loredana scusa tutti i miei commenti, ma stamani mi sento un po' così.