Soltanto 450 podisti hanno dato vita a questa 17° edizione della "LARIVERDELONGA", forse cosi pochi per colpa del ritorno proprio durante la notte all'ora legale che ci ha costretto ad alzarci con un'ora di anticipo. o forse per colpa della pioggia che iniziando ieri ha continuato per tutta la notte.
Infatti, noi pochissimi che ci siamo avventurati sul percorso lungo di27 Km, pur avendo gli organizzatori avuto il buon senso di cambiare facendoci evitare lunghi tratti di strade motose dirottandoci su strade asfaltate o su stradoni con fondo compatto con soltanto qualche pozzanghera da sguazzarci dentro per divertimento, abbiamo dovuto combattere con la pioggia battente che non ci ha mai abbandonato dalla partenza all'arrivo.
Per fortuna del buon tè caldo, crostate, biscotti ed addirittura della buona e fumante Trippa alla pisana ci ha riscaldato e congedandoci con mezzo Kg di buona pasta Martelli come pacco gara, dandoci appuntamento all'anno prossimo con la speranza che Chi comanda Lassù ci faccia trovare un po' di bel tempo.
CENNI STORICI
In passato Lari è stato un importante centro politico, amministrativo e agricolo, di fatto svolgendo la funzione per secoli di "capoluogo delle Colline Pisane".
L'origine del nome "Lari" è stata ricondotta al termine etrusco-romano «lar»,Lare, divinità protettrice delle vie di comunicazione campestri, e al nome di persona etrusco «Lars» (cfr.Lars Porsenna). Vari ritrovamenti effettuati nel territorio larigiano confermano una origine etrusca ed una intensa attività in epoca romana (necropoli etrusca di S. Ruffino dell'VIII-VII sec. a.C., cippo sepolcrale etrusco di marmo (oggi alCastello dei Vicari) del III-II sec. a.C., tomba etrusca di Casciana Alta, statua romana del I sec. a.C. delCastello dei Vicari).
Conquistata e fortificata dai Longobardi, fino all´XI secolo rimane libero comune rurale (il cui probabile stemma - a tre bande orizzontali blu, bianca e verde con al centro una volpe (forse un lupo) "passante al naturale" - era in uso fino al '600).
Bandiera non ufficiale di Lari derivata dallo stemma in uso fino al XVI secolo
Risale all'epoca longobarda (che avevano sceltoLucca come capitale della Toscana) l'inclusione (fino al XVII secolo) di Lari nella diocesi diLucca.
Conteso traLucca (Comune e vescovo),Pisa (Comune e vescovo) eRepubblica di Firenze, Lari nelXIII secolo cade in mano alla famiglia degliUpezzinghi e nel1406 in quella della città del giglio.
Firenze eleva Lari al rango di capoluogo delle Colline pisane e livornesi, ospitando i Vicari del governo fiorentino (membri delle più nobili famiglie cittadine:Medici,Pitti,Capponi,Guicciardini, ...). Il Vicariato di Lari aveva giurisdizione su un vasto territorio che si estendeva daPontedera aRiparbella, daPalaia ePeccioli aRosignano Marittimo eLivorno. Durante i primi secoli della dominazione fiorentina la frazioni settentrionali vengono spopolate, con ilComune di Perignano che si riunisce ormai a Lari.
Con le riformeasburgo-lorenesi dell'800 e l'annessione alPiemonte, Lari perde progressivamente importanza amministrativo-giudiziaria, mantenendo però - fino a metà del '900 - una certa importanza commerciale (mercato settimanale e fiere del bestiame) e agricola (produzione delle ciliegie).
In epoca fascista le frazioni sud vennero staccate dal comune di Lari per creare il comune di "Bagni di Casciana", oggiCasciana Terme.
Oggi Lari conserva le imponenti strutture della fortezza rinascimentale, già residenza dei Vicari fiorentini. Il complesso, ben conservato, è sede del museo "Filippo Baldinucci", intitolato all´illustre storico dell´arte che fu vicario di Lari nel ´600. Nel complesso sono visibili reperti etruschi, romani e rinascimentali (terracotte invetriate deiDella Robbia), affreschi medievali e rinascimentali, il "Salone dei tormenti", le carceri, i sotterranei detti "l'inferno".
Il Castello, dopo alcuni decenni d'abbandono, negli ultimi 15 anni ha vissuto (grazie soprattutto al volontariato giovanile) un momento di rinascita e sta diventando la principale risorsa del centro storico, richiamando sul capoluogo del comune ogni anno decine di migliaia di turisti. Non pochi sono i turisti che si recano al Castello anche per vedere i luoghi che secondo alcune testimonianze sarebbero abitati dal locale fantasma, di nome Rosso della Paola.