Finalmente è finita, quando una cosa che programmi da mesi speri che non arrivi troppo presto è la volta buona che il tuo desiderio non si avvera, ma la vita è questa, noi non siamo altro che pedine nelle mani di colui che ci ha concesso un breve passaggio in questa vita terrena, ben piccola cosa confrontata coi millenni di vita del nostro pianeta.
Allora eccoci qua, in quel di Firenze con l' amico Mario e Caterina per correre l' ennesima maratona, questa con preparazione ridotta per quanto mi riguarda ma che voglio comunque portare a termine, cosa non facile senza neanche un lungo e qualche giro di mura tanto per non essere fermo del tutto.
Arriviamo verso le sette e quaranta cinque e parcheggiamo circa cinquecento metri dalla zona deposito borse, la giornata si presenta con qualche nuvola e una temperatura di sette gradi che con l' avanzare del tempo aumenteranno anche se di poco,in compenso una leggera brezza ci fa percepire una temperatura inferiore motivo questo che mi indurrà ad indossare la maglietta termica sotto la canotta societaria. La Caterina tanto per non smentirsi si arma anche di braccioli, terminata la vestizione ci portiamo al deposito borse e facciamo la coda per il "cesso", non mi piace utilizzare questa parola, ma non si può definire in nessun altro modo il bagno chimico che abbiamo utilizzato.
Dopo esserci inebriati degli odori del Vespasiano non rimane che portarci in zona partenza, e anche per quest' anno niente ingresso in griglia non rimane che attendere il via fuori, accalcati gli uni agli altri ma sicuramente meno pigiati di quelli che stanno dentro e chissà da quanto tempo,nell' attesa della partenza da altoparlanti che sparano una voce assordante ci vengono elencati i nomi dei top runners e dopo questi un minuto di silenzio in memoria di chi ha perso la vita nella recente alluvione della Sardegna e di un podista che non ha visto avverarsi il suo sogno di portare a termine questa maratona chiamato prematuramente a correrne una nello spazio infinito dei cieli.
Terminato il momento di silenzio, stranamente pienamente assolto,viene dato il via agli hand bike, poi gli speaker annunciano nelle varie lingue che manca un minuto al via ed allora su noi poveri esseri al di qua delle transenne piovono addosso tutte le cose superflue di cui si liberavano i potenziali atleti. Al colpo di pistola, riesco ad entrare subito in strada e posso cominciare questa avventura, nel frattempo mi sono perso la Caterina, ma tanto l' arrivo è il medesimo per ambedue e lì ci si incontrerà.
(Tiziano Bartoli)
Stranamente nonostante la marea umana che si accalca lungo la strada si riesce fin da subito a correre, ma poi dopo poche centinaia di metri il primo intoppo, un rallentamento non si sa bene provocato da cosa che però si risolve velocemente, questo fa sì che da lì in poi riesca ad impostare un buon ritmo gara,una volta entrati nel parco delle cascine vi è un fuggi fuggi di podisti che fanno un pit stop, li vedi infilarsi in qualsiasi pertugio possa loro consentire un minimo di privacy, ma anche se non lo trovano va bene lo stesso.
Verso l' ottavo km comincio ad accusare i primi sintomi di dolore al ginocchio ma decido di tenere duro, al passaggio alla mezza maratona sono in linea col mio miglior tempo sulla distanza regina,ma da qui in poi mi vedo costretto a rallentare il ritmo fino a fermarmi al ventitreesimo Km, qui nell' attesa di riprendermi un po scatto qualche foto, dopo alcuni minuti riprendo la corsa( (?) sotto la spinta di amici che mi incitano a non mollare, ma sono altri Km di sofferenza ed è un continuo fermarmi e riprendere il cammino, quando transitiamo nei pressi dalla partenza la voglia di fermarmi definitivamente è tanta, ma ancora una volta vengo richiamato a non desistere dall' Amico Cigolotti che nel frattempo mi ha raggiunto, lo seguo ma dopo poco devo rallentare e fermarmi, la forza di proseguire me la dà il folto pubblico che assiepa i marciapiedi,una sorta di vergogna non mi fa fermare.
Tra alti (pochi) e bassi (tanti) arrivo al 38° Km, da questo punto fino all' arrivo anche volendo non ci si può fermare, talmente tanto e forte l' incitamento della gente che è la marcia in più che ti fa attingere alle riserve e ti spinge fin sul agognato traguardo di piazza Santa Croce, un segno di ringraziamento al cielo e la gioia di averla finita, anche se con un riscontro cronometrico che non avevo messo in preventivo ,ma visto la condizione più che soddisfacente.
(ecco Caterina)
(Caterina Ferroni)
Dopo i vari rimbrotti dettati dagi inservienti a non fermarci (fosse semplice) riesco eludendoli ad appostarmi dietro di loro per scattare qualche fotografia in attesa della consorte, una volta che anche lei ha tagliato il traguardo non rimane che ritirare la medaglia e portarci al ristoro, niente di speciale, niente a che vedere con le nostre scampagnate che ci elargiscono ogni ben di DIO, acqua, tè , banana e qualche biscotto, molto meglio il ristoro senza glutine e per questo è letteralmente preso d' assalto.
Arriviamo ai camion deposito borse, e ci cambiamo, ora si può dire che è finita, un altra maratona messa nei ricordi in attesa di compiere un altra impresa sempre a DIO piacendo.
Se devo e voglio essere sincero, questo nuovo (per me) percorso non mi è piaciuto, troppo arzigogolato su se stesso, con qualche discesa e conseguente cavalcavia di troppo, troppe curve e strade in più punti ristrette e a dorso d' asino, vuoi per manutenzioni e mancata rimozione di veicoli che li non dovevano stare, per il resto buonissima l' organizzazione, grande la presenza del pubblico, nessuna insofferenza da parte degli automobilisti se si esclude il nostro amico Mario che si è visto precludere il passaggio per parcheggiare la macchina da alcune vigilesse, tanti i punti di intrattenimento musicale lungo tutto il percorso a darci ritmo. Magari una borsa porta indumenti più capiente andrebbe prevista vista la stagione in cui si corre, se ci si mette un giaccone e un asciugamano non ci va altro.
Claudio Landucci
Grazie Claudio. Veramente belle le foto e come al solito un interessante e opportuno commento.