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LA MARCIA DI CANAPINO di Andrea

26/11/2013

a cura di Andrea Bartalesi

CANAPINO 24/11/2013

 

 

 

Tanta gente, un bel percorso, curato, aria di festa a Canapino. Per i fissati della location possiamo dire che questo piccolo borgo, quasi immaginato, si trova fra San Colombano Alto e Marlia, vicino al nuovo cimitero, ma spostato verso Pian di Casciana, verso il percorso vita, verso i pendii dapprima dolci delle Pizzorne. C'è una tipica osteria, un ponticello, delle acacie, ci sono altre case, c'è una piccola traversa, in fondo un arco giallo, tanta gente,persone tutte rattruppate, quasi per scaldarsi. I trofei danno i cartellini alle otto nel periodo invernale. Noi arriviamo proprio in orario per il cartellino, anche perchè parcheggiare non è facile in queste viuzze e entrare nei campi è come un colpo di pistola russo...che non sai dove, nel tamburo della rivoltella, sia la cartuccia.

La partenza somiglia tutte le corse di Canapino, si va verso Marlia, verso il monumento, ma stamani si vede che le cose sono serie, si costeggia il muro della Reale, ma si continua verso la Fraga, si sale sulla strada che appunto costeggia la Fraga e torniamo alla Villa REale, tipo "stamani niente regali, i km ve li diamo tutti, nessun sconto, nessuna offerta risparmio".

Si va al botteghino famoso per i suoi panini e prendiamo la bella salita per Ciciana. La sua chiesa che presto ci proporrà uno dei più bei presepi della zona, ci osserva assonnata.

Fa un certo effetto vedere le chiese assonnate.

Nel nostro immaginario i preti, i frati, i religiosi, non dormono mai, o se lo fanno, si svegliano alle prime luci o meglio quando è notte fonda, pregano, fanno penitenza. Ma esistono anche i don Abbondio, li conosceva anche il MazoniI, E ora non esistono proprio i preti, le chiese sono vuote, sbadigliano, sonnecchiano, un piccolo sussulto al suonare delle ore del campanile (automatico) e poi ripiombano in un'apatia contagiosa.

Ma noi saliamo oltre, il cimitero piccolo e soleggiato, e la strada diventa sterrata e si sale, dove già siamo saliti con la corsa di Matraia, incontriamo gente che con le reti va a raccogtliere ulive, si sente il cicalare delle mani che le scuotono.

Incontro il cane di Carlo, mi guarda dritto negli occhi, mi viene incontro, ma sarà lui o un sosia? mi abbaia, ma non lo fa con cattiveria, ma con serietà. Mi abbaia...ma come, bimbo non abbai mai, sei sempre in timida presenza, ma lui mi guarda e forse per una nuova forma di traslation (ormai ci siamo abituati, chi bazzica il pc poi, traduci ecc.) lui abbaia e io capisco "ma dov'è Carlo, ma che ha fatto, si sente male?" gli rispondo parlando, capisco che non so abbaiare, è un mio limite, "Carlo? È qui dietro, arriva, stai tranquillo non ha fatto niente, lo sai no che in salita ogni tanto recupera...arriva...arriva". Lui si cheta, è più tranquillo e io continuo a correre, ponticello dove si gira per andare al Campo Sportivo di Matraia, si scende verso Marlia, per la strada asfaltata...le gambe sembrano non accettare la discesa...figuriamoci. Poi si risale a Matraia, la bella strada panoramica verso Valgiano, immagino, fra improvvisi angoli di freddo, di scendere le Tese, passare da Giorgetti, sentire la mia aria natia, ma alla chiesa di Valgiano, sotto i cipressi il ristoro, non si va nelle Tese, vengono da questa bella strada quelli della 12. Andiamo ancora avanti e scendiamo dal Vecchio Metato , la pieve di San Quirico in Petroio, la vigna dove fanno il vino che mi affascina per il suo nome "pali storti", San Colombano Alto, e costeggiando la Villa del Vescovo con il suo alto muro, torniamo a Canapino.

In tempo per vedere il trattore che toglie dal campo le auto dei temerari che avevano sfidato la terra.

All'arrivo un ristoro sontuoso e qualcuno si lamenta perchè, rispetto a prima, manca qualcosa. Certo dopo il passaggio di Attila e delle orde fameliche e barbariche (percorsi medio e corti) anche le dispense più rifornite impallidiscono. Ma una bella bruschetta scelta con cura dalla gentile ragazza addetta, ti riporta nel regno del dopo corsa, dei ricordi, delle sensazioni vissute, della stanchezza nelle gambe.

Insomma una bella mattinata, una bella corsa. C'è da ringraziare gli organizzatori. Grazie ragazzi, abbiamo apprezzato il vostro battage su fabook, che viste le presenze ha dato buoni frutti. A presto.

Andrea Bartalesi