E' morto Nebbia, il cane che faceva compagnia ad Angela e Gino, quello che era conosciuto nel circuito delle marce del Trofeo Podistico Lucchese.
A parte il periodo e l'interruzione delle marce podistiche causa Coronavirus, Nebbia aveva cominciato a diradare le sue apparizioni la domenica mattina. Non ce la faceva più. Vedere la vecchiaia che avanza in un uomo, è triste, ma vederlo in un cane, al quale siamo affezionati, è peggiore. Per lui il tempo ha un moltiplicatore, un anno non vale uno, ma cinque o sei, non lo so, il decadimento è più repentino.
Il padrone (questa parola è ormai in disuso, ma non ho trovato con che sostituirla, compagno?) se ne accorge e comincia a prepararsi alla fine, che sopraggiungerà sempre e comunque improvvisa e sempre prima di quello che si aspetta.
Gino, il nostro presidente, da quando lo conosco ha sempre avuto un cane. Prima aveva un cockerino, Pippo, glorioso, mitico, impassibile saltimbanco nella vita di tutti i giorni e a Firenze, vestito da Babbo Natale alla Maratonina , morì attraversando la strada per andare a trovare una canina con la quale "discorreva" (mi suggeriscono "abbaiava"). Allora Gino cercò di trovare un altro cocker che lo sostituisse. Pippo 2 impersonò il suo ruolo in modo originale, non era uno dei tanti, era Pippo e solo gli amici sapevano perché 2. Lui, cresciuto con Gino, aveva tutti i numeri per fare di sé un primattore oltre a un compagno affettuoso.
Poi, alla morte di Pippo 2 arrivò Nebbia. Era diverso dagli altri, cane di grossa taglia, sembrava più pacifico, meno sagace dei Pippo, aveva un folto pelo nero (mio nipote, vedendolo, disse che avevano sbagliato nome, "questo, altro che nebbia, è notte").
Io invece voglio ricordarlo a Bagni di Lucca, sulla salita scoscesa che da Villa ci portava a Guzzano, quasi una scalinata fra le acacie, scalini fatti di massi irregolari, Nebbia mi passò accanto, mi sopravanzò e si mise in posizione seduta guardandomi passare mettendo fuori la lingua palpitante (un cane quando mette fuori la lingua è come se io mi fossi tolto la maglia e fossi rimasto in canottiera) e mi sembrò che mi dicesse, ancora non ne sono sicuro, "Andrea, ma guarda come siete stupidi voi uomini che vi date tante arie, avete 4 zampe come me e ne usate solo due".
Ovvio che Nebbia fosse sempre presente il giovedì sera in sede, con la sua inquietudine e la voglia di uscire per poi rientrare, e fare il gradasso rotolandosi sul pavimento e a gambe all'aria mostrare gli attributi.
Insomma chi ha avuto un cane lo sa. Ci sono momenti che non si possono raccontare, ma dopo averli vissuti, non si dimenticheranno più.
Andrea Bartalesi