Le foci dei fiumi radunano e concretizzano l'imbecillità umana e il diligente inquinamento dei popoli che vivono lungo il loro corso. Ricordo una delle ultime volte che sono passato da Bocca di Serchio, in un giorno di sole e di vento, l'odore irresistibile di detersivo tanto da sembrare di essere "dentro" una lavatrice. Forse il vento agitava le acque e liberava nell'aria le particelle odorose che conteneva. Ieri (io ero in altre colline affaccendato) ho visto le foto di Mario con i nostri amici, Massi in testa, che si sono trovati di fronte uno spettacolo che potremmo definire quasi surreale e loro su quel palcoscenico hanno messo in scena un acommedia degna del miglior scrittore moderno.
Ed eccoci qui dove ci eravamo lasciati, una bella foto dalla scogliera verso il mare, i nostri amici allegri e sereni
Mario lascia la digitale per farsi anche lui ritrarre in questo angolo particolare della nostra costa
giunti nel punto dove il fiume si getta in mare, o meglio defuisce, senza atti eclatanti, in mare, quasi un mescolarsi dolce, una integrazione indolore, Cinzia e Massi si voltano intorno: guardate la loro espressione... dice tutto. Non occorrono parole.
Immaginiamoci che i nostri amici, come novelli Cristori Colombo siano giunti a Bocca di Serchio
Cristoforo che scende dalla Pinta e raccolto un bidone risale sulla Santa Maria
con il nostromo guarda intorno, ma non trovano indigeni, ma tante cose utili per una sopravvivenza alla Robinson Crusoe'
Mario li osserva desolato da un tronco d'albero, scarnito dall'acqua, divelto da chissà quale argine della Garfagnana, dalla furia di acque così numerose in questo Maggio 2010
ma Migliarino, e Mario, ci hanno donato anche immagini di una vecchiaia portata bene, e di bei ricordi.
Grazie Mario